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martedì 15 dicembre 2009

Sotto l'albero il Service Pack 1 di ArcGIS 9.3.1

Nota del 28 LUGLIO 2010: rilasciato anche il Service Pack 2!
Valgono - ovviamente - tutte le considerazioni espresse in questo articolo.
Per il download: http://resources.arcgis.com/content/patches-and-service-packs?fa=viewPatch&PID=15&MetaID=1620


Cari utenti ArcGIS,
pubblico questo breve post per avvisarvi che ieri sera Esri Inc. ha rilasciato il Service Pack 1 di ArcGIS 9.3.1 (SP1)

"L'annuncio" è in prima pagina sulla home page di ESRI Support Center , basterà cliccare sulla voce ArcGIS (Desktop, Engine, Server) 9.3.1 Service Pack 1 per accedere alla pagina dedicata a questo Service Pack.

I collegamenti per scaricare i Service Packs - uno per ogni prodotto ArcGIS o per ogni "linea" di prodotti  - si trovano circa a metà pagina, all'interno del paragrafo Installing this Service Pack on Windows.

Gli utilizzatori di ArcView, ArcEditor e ArcInfo, devono far riferimento alla 1° voce in elenco - ArcGIS Desktop (ArcInfo, ArcEditor, ArcView) - subito sotto è evidenziato il collegamento per scaricare il file ArcGISDesktop931sp1.msp (111Mb) .

Completato il download vi basterà un doppio click su questo file per avviare l'installazione.
Rispondete positivamente alle schermate (qui sotto la prima) e nel giro di pochi minuti avrete aggiornato la vostra licenza 9.3.1.


Circa l'opportunità di installare i Service Packs, mi sono più volte espresso in questo blog.
Personalmente non ho mai avuto problemi ed anzi ho sempre avuto riscontri positivi, concordo quindi con il concetto espresso nell'introduzione della pagina dedicata a questo Servive Pack:
"Noi (ESRI) raccomandiamo a tutti gli utenti di ArcGIS 9.3.1 di scaricare ed installare il Service Pack 1, ciò garantirà prestazioni e risultati migliori".

Quindi, salvo situazioni particolarmente "delicate", l'installazione di un Service Pack è sempre consigliata in quanto corregge errori/malfunzionamenti del software e aggiunge funzionalità/migliorie.
Nel dubbio potete consultare la documentazione allegata ad ogni Service Pack per valutarne nel dettaglio le caratteristiche: la trovate nel paragrafo Issues Addressed with this Service Pack cliccando sulla voce A complete list of the issues that have been fixed in this update is available here.

Tenete presente che nei giorni scorsi ho già dato una rapidissima occhiata a questa lunga lista nella speranza, al momento delusa, di scovare qualche bella "sorpresina", tipo quella che vi avevo segnalato nel post del 10 aprile 2009: Da ArcView "verso" AutoCAD: esportare dati in formato DWG e DXF... 
Oggi mi sono stampato la versione definitiva e mi impegno a cercare con maggiore attenzione, a breve vi farò sapere... (vedi commento del 17 dicembre 2009).
Nessun problema se qualche lettore mi volesse anticipare... anzi!
Ricordatevi però di rendere pubbliche le vostre risultanze inserendo un commento a questo post.

Giusto per evitare eventuali "titubanze", mi preme evidenziare che i Service Packs NON sono a pagamento!!!
Si tratta di aggiornamenti assolutamente gratuiti.

Ai lettori di questo blog che hanno richiesto la versione demo di ArcGIS Desktop, magari seguendo le indicazioni che avevo dato nel post del 31 marzo Quattro buoni motivi per richiedere la "demo" di ArcGIS Desktop 9.3 (ArcView, ArcEditor e tutte le estensioni) , faccio presente che per l'aggiornamento della versione ArcGIS Desktop Evaluation Edition, occorre scaricare il 3° file della lista ovvero ArcGISEvalEdition931sp1.msp.

E gli utenti delle versioni precedenti?
Sappiate che i Service Packs di tutte le versioni precedenti (9.3, 9.2, 9.1, ecc...) sono sempre disponibili e liberamente scaricabili da ESRI Support Center, più precisamente dalla pagina Patches and Service Packs.

Ipotizziamo ad asempio di essere un utente della versione 9.2 di ArcView.
Cliccando sulla voce ArcView - quasi in fondo alla lista - si accede alla pagina Patches and Service Packs for ArcView .
Nella mascherina Filter by Version inserite un solo flag accanto alla voce Version 9.2, agite poi sul tasto go.
Otterrete la schermata rappresentata nella figura qui sotto:



Come vedete la lista è piuttosto lunga e comprende tutti i Service Packs e le Patches rilasciate per la versione 9.2.
Fortunatamente NON è necessario scaricare tutti questi file, infatti l'ultimo Service Pack disponibile - in questo caso il "6" - comprende già tutti i precedenti aggiornamenti.
Per completezza vi faccio notare che, a differenza dei Service Packs, le Patches risolvono problemi molto specifici e solitamente vengono rilasciate per "rimediare" subito a malfunzionamenti di una certa gravità.

Se cercate invece i Service Packs di ArcPad, li trovate nella pagina http://resources.arcgis.com/content/patches-and-service-packs?fa=listPatches&PID=26 .
Pensate che dal rilascio della versione 8.0 (vedi il mio post del 18 aprile), ESRI ha già prodotto 2 Service Packs: in media uno ogni 4 mesi (per il Service Pack 3 vedi commento del 12 gennaio 2009).
Anche in questo caso, fortunatamente, vale il discorso di prima: l'ultimo Service Pack comprende infatti tutte le precedenti versioni.
Nel caso di ArcPad considerate poi che il Service Pack è, a tutti gli effetti, un eseguibile che provvede ad una re-installazione completa del prodotto, quindi, prima di essere lanciato, richiede la rimozione della precedente versione.

Nel caso non dovessi pubblicare altri post da qui a Natale, ne approfitto per augurarvi buone feste!
Saluti
PaoloGIS

lunedì 30 novembre 2009

I servizi WFS del PCN: dati vettoriali scaricabili online!

Cari utenti ArcGIS,
in questo post vi parlo di un sogno diventato realtà.

Mi sto riferendo alla crescente disponibilità di dati geografici sul web, guarda caso l'argomento con il quale ho aperto questo blog. Nel febbraio scorso avevo però trattato questa tematica limitando le mie considerazioni ai servizi di mappa in quanto, fra tutti i web services utilizzati nel settore GIS, sono certamente i più diffusi.

Questo post ha invece come oggetto i servizi di download impostati sullo standard WFS (Web Feature Service),  strumenti che consentono di scaricare strati informativi di tipo vettoriale utilizzando un protocollo, definito a livello internazionale, che garantisce l'interoperabilità fra differenti sistemi.

La disponibilità di questi servizi non è certo una novità e anche in Italia alcuni enti - ancora pochi in realtà - espongono risorse di questo tipo.
Da parte mia ho notato, proprio nell'ultimo periodo, un'attenzione crescente intorno a questa tematica.
In effetti collegarsi ad un sito web, scegliere lo strato informativo di proprio interesse e poterlo scaricare liberamente in locale, è sicuramente un'opportunità da non sottovalutare anzi, per molto tempo, è stato "il sogno" di qualsiasi utente GIS.

In questa sede illustrerò come impostare ArcCatalog per connettersi ai servizi WFS e, ovviamente, come utilizzarli in ambiente ArcMap.
Giusto per chiarire il concetto, vi mostro qui sotto l'anteprima del servizio WFS esposto dal Portale Cartografico Italiano (PCN) e relativo alle province del nord Italia.


Come ho anticipato nell'ultimo post, ho preso spunto dalla richiesta che Marco, il 10 novembre, ha inserito nel nuovo "spazio commenti".
In realtà ero pronto a pubblicare l'articolo già venerdì 20 novembre. Facendo un'ultima verifica, mi sono invece accorto che l'esempio scelto - i servizi WFS del PCN - non erano più in linea. 
Inizialmente ho pensato ad una interruzione temporanea (in effetti anche i servizi WMS e WCS presentavano lo stesso problema), magari per una manutenzione programmata del sistema. Poi, dopo alcuni giorni di inutile attesa, ho deciso di inviare una mail al supporto del PCN e, magicamente, venerdì 27 ho verificato che i servizi erano di nuovo online.
Ad un certo punto ho addirittura pensato fosse colpa di Marco, avevo il sospetto che quell'ingordo, a furia di scaricare dati, avesse stressato il server del ministero al punto da provocarne il crash.

Scherzi a parte, chi si occupa di GIS sa bene che uno dei temi più interessanti del momento riguarda proprio l'interoperabilità, il cui obiettivo è quello di facilitare l'interazione fra sistemi differenti, in particolare per quanto concerne l'accesso ai dati.

In questo contesto assumono grande importanza gli standard definiti da OGC (Open Geospatial Consortium). Per conoscere meglio questa organizzazione mi approprio di un passaggio della pagina di Wikipedia, l'enciclopedia libera ( http://it.wikipedia.org/wiki/Open_Geospatial_Consortium ):
"Open Geospatial Consortium (OGC, in precedenza OpenGIS Consortium) è un'organizzazione internazionale no-profit, basata sul consenso volontario, che si occupa di definire specifiche tecniche per i servizi geospaziali e di localizzazione (location based). OGC è formato da oltre 280 membri (governi, industria privata, università) con l'obiettivo di sviluppare ed implementare standard per il contenuto, i servizi e l'interscambio di dati geografici (GIS - Sistema informativo geografico) che siano "aperti ed estensibili". Le specifiche definite da OGC sono pubbliche (PAS) e disponibili gratuitamente."

Come primo passo è opportuno comprendere cosa si intenda per servizio, in particolare per web service.
Sempre da Wikipedia, vi consiglio la lettura delle prime 10 righe della pagina   http://it.wikipedia.org/wiki/Web_service , dovrebbero chiarire bene il concetto.
In estrema sintesi possiamo affermare che un Web Service nasce per supportare l'interoperabilità tra diversi sistemi informativi.

Caratteristica fondamentale dei servizi basati sugli standard OGC è la totale indipendenza da qualsiasi tecnologia e piattaforma GIS, e ciò, ovviamente, a tutto vantaggio di una migliore interoperabilità fra differenti sistemi.
Grazie agli standard OGC, sistemi diversi possono "dialogare" utilizzando lo stesso "linguaggio".

ESRI, che è uno dei membri principali di OGC, conosce molto bene l'importanza di questo approccio e infatti ArcGIS è da sempre la tecnologia che implementa il maggior numero di standard OGC (per maggior informazioni vi consiglio la lettura della brochure, in italiano, "ArcGIS: standard e interoperabilità", potete scaricarla cliccando sul seguente link http://www.esriitalia.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=10&Itemid=388&lang=it ).

Come già anticipato, lo standard OGC più diffuso è certamente il WMS (Web Map Service), ormai utilizzato da moltissimi enti pubblici italiani per esporre servizi di mappa (per approfondire l'argomento vi consiglio la lettura, sempre su Wikipedia, della seguente pagina:  http://it.wikipedia.org/wiki/Web_Map_Service ).

Si noti però che il WMS non è l'unico servizio di mappa, probabilmente i servizi di mappa più diffusi sono quelli "nativi" di ArcIMS o di MapServer.

Vi segnalo inoltre che anche i servizi esposti tramite ArcGIS Server stanno conquistando sempre più consensi, soprattutto per la loro estrema velocità. Per farvi un'idea date un occhio alle ortofoto 2007 che il GeoPortale della regione Lombardia espone, insieme alla CTR e ad uno stradario, direttamente nella sua Home Page: i tempi di risposta sono veramente impressionanti!

Il WFS - ovvero il protagonista di questo post - è invece uno standard OGC di tipo "Download service" (per maggiori informazioni consultate, ancora da Wikipedia, la seguente pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Web_Feature_Service ).
Servizi utilizzati per distribuire "fisicamente" tematismi in formato vettoriale: quindi oggetti geografici più i relativi attributi.
Una volta caricati in ArcMap, l'utilizzo di questi dati è identico a quanto avviene con uno shapefile o una feature class.

Per completare il quadro vorrei dedicare anche un rapidissimo accenno ai servizi WCS (Web Coverage Service) che, in pratica, sono complementari ai WFS. Sono infatti utilizzati per distribuire dati di tipo raster: celle (GRID) più i relativi attributi. Si pensi ad esempio ad un DTM (Modello Digitale del Terreno) e all'associazione tra ogni cella e il corrispondente valore di quota.
Se volete approfondire anche questo argomento, vi consiglio la lettura, sempre su Wikipedia, della seguente pagina: http://it.wikipedia.org/wiki/Web_Coverage_Service

Dopo questa lunga ma doverosa premessa, veniamo ora agli aspetti più operativi!
Per connettervi ai servizi WFS, nel caso specifico quelli del PCN, dovete innanzi tutto accedere alla pagina http://www.pcn.minambiente.it/PCNDYN/catalogowfs.jsp?lan=it  .

1 - scegliete il tematismo di vostro interesse - nel mio esempio le regioni - e cliccate sulla voce capabilities (attenzione a non confondersi con i servizi regioni fuso 32 e regioni fuso 33, ovvero lo stesso tematismo ma già proiettato e suddiviso nei 2 fusi UTM);

2 - apparirà una pagina in formato XML che illustra le caratteristiche del servizio. Ovviamente potete leggere tutto il documento ma, ai nostri fini, è sufficiente copiare in memoria l'indirizzo URL di questa pagina ovvero http://wms.pcn.minambiente.it/cgi-bin/mapserv.exe?map=/ms_ogc/wfs/regioni_wfs.map&service=wfs&request=getCapabilities

3 - aprite ArcCatalog, fate doppio click sulla voce Interoperability Connections e poi su Add Interoperability Connection (nel caso la voce non fosse disponibile, occorre accedere al menu Tools e cliccare sulla voce Options, selezionate poi la scheda General e, nell'elenco superiore, inserite un flag in corrispondenza della voce Interoperability Connections);

4 - nella maschera che appare, selezionate come Format la voce WFS (Web Feature Service) e, nella casella Dataset, incollate l'indirizzo copiato al punto 2. Se avete seguito le mie indicazioni dovreste trovarvi nella situazione rappresentata qui sotto.



5 - cliccate sul pulsante Settings e poi, nella maschera che appare, agite sul pulsante che trovate alla destra della casella Table List;

6 - apparirà la maschera qui sotto, inserite un flag accanto alla voce Select all per selezionare entrambi i tematismi: regioni_f32 (Regioni) e regioni_f33 (Regioni);


7 - cliccate sui vari pulsanti OK per chiudere tutte le maschere e attivare così il collegamento che, salvo rimozione, d'ora innanzi sarà sempre disponibile in ArcCatalog.

A questo punto potete visualizzare la Preview dei 2 servizi per verificare se avete ottenuto il risultato atteso che, salvo inconvenienti, dovrebbe coincidere con le 2 immagini qui sotto (nota: la prima visualizzazione richiede qualche secondo di attesa). 



Si noti che per caricare un servizio WFS in ArcView non è richiesto l'acquisto dell'estensione Data Interoperability, è però necessario che tale estensione sia installata (la stessa considerazione vale per ArcEditor e ArcInfo).
Sembrerebbe un controsenso ma non è così: vi ricordo infatti che i DVD di ArcGIS Desktop consentono l'installazione di tutte le estensioni, l'effettivo utilizzo è invece subordinato al possesso, ovvero all'acquisto, della corrispondente licenza d'uso.
Per verificare se Data Interoperability è installata sul vostro PC, potete lanciare l'utility ArcGIS Desktop Administrator e verificare se nella colonna Installed della scheda Availability appare la voce Yes. In caso contrario dovete solo recuperare il DVD e procedere ad un'installazione Custom che aggiunga questa estensione.

Per caricare i servizi WFS è quindi sufficiente la sola licenza ArcView.
Una riprova, semmai ve ne fosse bisogno, della completezza funzionale del "piccolo" di casa ArcGIS.

Per connettersi ad altri strati informativi in formato WFS, basta ripetere la procedura che vi ho descritto, avendo cura di inserire, al punto 4, la stringa di vostro interesse.
Attenti però ai servizi con molti oggetti associati! Aste fluviali, edificato e diversi altri strati, richiedono molto tempo per essere caricati ... o forse sarebbe meglio dire "scaricati"  (nota: trovate una possibile soluzione a questo problema nell'articolo pubblicato il 21 gennaio 2010).

In effetti ArcCatalog crea autonomamente una copia "volatile" dei dati nella memoria del vostro PC.
La scheda Data Interoperability presente nelle opzioni di ArcCatalog o ArcMap (vedi immagine qui sotto), consente proprio l'impostazione di alcuni parametri associati alla Cache generata dal sistema.


Se invece volete salvare i dati in modo permanente, ammesso che ciò abbia senso, caricate il servizio WFS in ArcMap, cliccate con il tasto destro sul nome del layer, scegliete la voce Data e poi Export Data.
Se vi servono ulteriori dettagli su questo passaggio, chiedete pure a Marco: a giudicare dal commento che ha lasciato in coda alla mia risposta, deve aver fatto una vera e propria indigestione di dati!

In merito all'utilizzo di questi strati informativi, tenete presente che sono sottoposti a specifiche condizioni d'uso. Per chiarirmi le idee ho letto la pagina relativa ai termini di utilizzo ma, in tutta sincerità, ammetto di avere ancora molti dubbi: mi è sembrato di capire che lo stesso ente che mette a disposizione i servizi WFS (nati appositamente per il download dei dati) vieta espressamente la possibilità di effettuare una copia dei dati.
Di fronte a questa incongruenza - reale o presunta - nei giorni scorsi ho deciso di inoltrare una mail al supporto del PCN chiedendo chiarimenti. Purtroppo, ad oggi, non ho ancora ricevuto risposta...

Vi segnalo poi che, oltre al PCN, vi sono altri enti - ancora pochi in realtà - che espongono servizi WFS, ecco tre validi esempi:

Portale Geocartografico Trentino - l'elenco delle capabilities di tutti i servizi è disponibile al seguente link http://www.territorio.provincia.tn.it/portal/server.pt?open=514&objID=23011&mode=2 (la figura seguente mostra l'anteprima delle sezioni di censimento).
In questo caso consentitemi un plauso particolare ai tecnici ed agli amministratori di questo portale perchè mi sembra che senza troppi "fronzoli" forniscano un servizio eccellente!
Premesso che NON ho il piacere di conoscerli personalmente e che la mia valutazione si riferisce - per ora - solo ai servizi WFS, ho trovato il loro approccio di una semplicità e di una chiarezza disarmanti.
Vi esorto poi a leggere i termini di utilizzo oppure la guida operativa del servizio, sono certo che vi ritroverete nel mio giudizio...


Provincia di Lodi - utilizzate il seguente indirizzo URL http://sit.provincia.lodi.it/cartografia_generale.asp per accedere a tutti gli strati informativi esposti come WFS (la figura qui sotto mostra l'anteprima dei confini comunali).


Regione Sardegna - utilizzate il seguente indirizzo URL http://webgis.regione.sardegna.it/geoserver/wfs?request=getcapabilities per accedere a tutti gli strati informativi esposti come WFS .
Vi faccio però notare che nella documentazione di questo servizio (è pubblicata nella seguente pagina http://www.sardegnaterritorio.it/j/v/241?s=29692&v=2&c=2871&t=1 ) si precisa che, per evitare il sovraccarico del server, la regione limita il download a "soli" 1000 oggetti per ogni tematismo.
Vorrei farvi notare come questa scelta - un pò "fuori dal coro" - limiti pesantemente l'utilizzo del servizio: in pratica ho la certezza di aver scaricato tutte le features che compongono uno strato informativo solo se il numero totale di oggetti risulta inferiore a 1.000 (come nel caso del layer rappresentativo dei confini provinciali mostrato nella figura qui sotto).


Come al solito non posso concludere l'articolo senza ricordarvi che:
  • la guida online di ArcGIS Desktop dedica un intero capitolo ai servizi OGC. Una lettura certamente utile per chiarire i molti aspetti che NON ho trattato in questo post, il link diretto è: http://webhelp.esri.com/arcgisdesktop/9.3/index.cfm?TopicName=Using_OGC_services_as_map_layers ;
  • attenti ai sistemi di riferimento! I servizi del PCN sono esposti sia in coordinate geografiche che cartografiche, entrambe però fanno riferimento al sistema geodetico WGS84. Per sovrapporre questi dati con strati informativi riferiti ai sistemi Roma40 o ED50, è fondamentale impostare le corrette trasformazioni di datum...
Un caro saluto.
PaoloGIS

PS: prima o poi cercherò di pubblicare un video in cui illustro le modalità finora descritte nel blog per accedere a risorse web: WMS, WFS, servizi ArcIMS e servizi ArcGIS Server...
Forse - ma solo se riesco a non ridere - proverò ad inserire anche qualche commento vocale.

giovedì 12 novembre 2009

GIS DAY 2009: PaoloGIS, NicoGIS e Studio A&T in diretta!

Cari Utenti ArcGIS,
mercoledì 18 novembre verrà celebrato il GIS DAY 2009.

Sono certo che molti utenti e appassionati di GIS conoscono questa iniziativa, il cui significato è ben riassunto nella pagina web consultabile al seguente link.

Anzi, giusto per fissare il concetto,  mi approprio di questo passaggio:
"Il 18 novembre 2009, la cultura geografica e la tecnologia GIS diventano le protagoniste in più di 80 paesi del mondo. Associazioni, Enti, Aziende, Scuole e Università di tutto il mondo aprono le porte al pubblico con convegni, seminari ed eventi tematici dedicati al GIS, mostrando a milioni di persone le possibilità di applicazione di questa tecnologia nella vita quotidiana."

Come azienda ci ripromettiamo ogni anno di creare un evento significativo, ma poi gli impegni sono tanti, il tempo è tiranno, i malanni di stagione, l'effetto serra ecc...
Sicchè le buone intenzioni vengono sempre rinviate al GIS DAY successivo.

Vorrei però interrompere questa logica di eterno rinvio, almeno con una piccola iniziativa targata PaoloGIS.
L'elemento nuovo è proprio questo blog, attraverso il quale cerco di trasmettere, quasi tutti i giorni e per di più "a domicilio", il vero spirito del GIS DAY.

Proprio come blogger, avevo prospettato al mio "collega" Paolo di EsriDipendente, un'iniziativa comune che, nelle nostre intenzioni, fosse dedicata alla comunità vera di utenti, intendo quelli che con ArcView e gli altri prodotti ESRI lavorano quotidianamente.
Avevo anche un'idea carina e divertente... Ma indovinate un pò?
Gli impegni sono tanti, il tempo è tiranno, i malanni di stagione, l'effetto serra ecc...
Intendiamoci: la colpa è mia! Ne approfitto anzi per scusarmi pubblicamente con Paolo... ma vedrai che il prossimo anno...

E allora?
Allora ho deciso che mercoledì prossimo vestirò i panni di PaoloGIS dalle 9 di mattina fino a sera inoltrata, in pratica sarò "in diretta"!
Sarà l'occasione buona per conoscervi di persona - intendo via telefono - e per darvi qualche "dritta" per sfruttare meglio i software ESRI.

Se poi mi lascerete solo soletto, vorrà dire che ne approfitterò per scrivere un articolo sui servizi WFS erogati dal PCN (un argomento interessantissimo sollevato da Marco nel nuovo spazio commenti... in pratica "l'anteprima" dell'articolo).

Quindi, mercoledì 18 novembre, onorerò il  GIS DAY mettendomi a completa disposizione dei lettori del blog: un dubbio, un parere, una curiosità, una dimostrazione, uno scambio di opinioni, un saluto... Scegliete voi!
Insomma: qualsiasi scusa sarà buona per scambiare 4 chiacchere!

In questa giornata speciale vorrei privilegiare i contatti telefonici. Laddove necessario, ovvero per garantire una migliore interazione, utilizzeremo anche Team Viewer, un software veramente utile!
In pratica sarà come stare davanti allo stesso PC, vi assicuro che i risultati saranno notevoli!

Il tempo non sarà un problema, resta inteso che se i contatti fossero molti - e me lo auguro! - cercherò di dare spazio un pò a tutti.
Quindi servono almeno 2 regole, eccole:
  • lasciate un commento in coda a questo post, indicando, in estrema sintesi, gli argomenti di vostro interesse;
  • inviatemi una mail a blogpaologis@gmail.com, indicando un riferimento telefonico e l'orario migliore per contattarvi durante il GIS DAY.
Naturalmente ho coinvolto nell'iniziativa anche NicoGIS: quindi, se avete necessità di consultarvi con un vero esperto di programmazione in ambiente ArcGIS, mi limiterò a salutarvi e poi passerò a lui la telefonata.

Invece, per un saluto o per una semplice chiaccherata, chiamatemi direttamente voi (trovate i miei riferimenti telefonici sul sito aziendale: http://www.studioat.it/ ).

E Studio A&T cosa  farà?
Beh! Innanzitutto ha "concesso" ai 2 soci fondatori, in deroga alle normali attività aziendali, la possibilità di dedicarsi completamente a questa iniziativa (di solito lo fanno di notte...).
Poi, se proprio occorresse, si è anche impegnata a rendere disponibili ulteriori risorse.
Tutto sommato non è poco!

Vi aspettiamo numerosi.
Saluti
PaoloGIS

PS: per chi volesse partecipare ad iniziative più "serie", vi segnalo la pagina web accessibile da questo link, troverete l'elenco completo degli eventi programmati nelle maggiori città italiane.

sabato 31 ottobre 2009

Alcune novità del blog

Cari utenti ArcGIS,
pubblico questo breve post per evidenziare alcune interessanti novità del blog.

La prima è lo strumento "commenti", che vedete ben evidenziato in giallo qui a destra.
Dove sta la novità?
Semplice: d'ora innanzi i visitatori potranno postare i propri commenti, richieste o problemi, svincolandosi dai singoli articoli.

Sono infatti moltissime - e lo saranno sempre - le problematiche che non trovano una diretta corrispondenza nei post pubblicati.
Come logica conseguenza, capita spesso che alcuni commenti vengano accodati a post con i quali condividono ben poco.


La difficoltà a trovare una giusta collocazione, spinge poi diversi lettori ad un contatto diretto tramite mail.
In merito a questa modalità conoscete già la mia posizione (vedi post del 25 ottobre): nessuna difficoltà a fornire supporto, a patto però che le informazioni siano condivise!
Lo strumento "commenti" agisce proprio in questa direzione, infatti i contributi inseriti dai lettori saranno visibili a tutti: uno spunto per aprire una nuova discussione, una risposta ad un utente in difficoltà, una segnalazione di utilità generale, ecc...
Non si tratta esattamente di un forum, ma sicuramente gli si avvicina...

Altro aspetto positivo è che l'accesso a questo "spazio libero" richiede la registrazione al blog.
Gli utenti già iscritti potranno accedervi cliccando sulla voce "Entra", per essere operativi sarà sufficiente inserire nome utente e password.
I lettori non ancora iscritti a PaoloGIS dovranno invece cliccare sulla voce "Segui", avviando così la procedura di registrazione descritta nel post del 27 aprile.

Per quanto mi concerne, risponderò solo ai lettori che seguono pubblicamente il blog. Trovate i motivi di questa mia decisione nel post nel 25 ottobre.

Sempre in tema di commenti, vi segnalo che ho aggiunto, in coda alla colonna di destra, uno spazio dedicato agli ultimi 10 commenti inseriti nel blog.
Non vorrei infatti che alcune informazioni passassero inosservate solo perchè inserite come commenti.
Vi segnalo ad esempio i commenti in coda all'articolo del 18 aprile, troverete alcuni utili consigli per gestire ricevitori GPS e trasformazioni di datum...


La terza novità consiste nell'aggiunta di uno strumento, ovviamente sviluppato da Google, per la ricerca testuale all'interno del blog (ma non solo!).
Lo trovate a inizio pagina, appena sotto allo spazio dei commenti: digitate la parola di vostro interesse e subito, nella scheda "Questo blog", appariranno tutti i passaggi del blog in cui compare quel testo.
Le schede "Collegato da qui" e "Web", estenderanno invece la ricerca all'intero web...

Come quarta e ultima novità, vi segnalo i 2 nuovi sondaggi che ho inserito in coda alla colonna di destra.
Resteranno aperti sino a fine novembre... Non siate pigri!

Saluti
PaoloGIS

domenica 25 ottobre 2009

Pubblicamente o privatamente? L'avverbio che fa la differenza.

Cari utenti ArcGIS,
concedetemi un piccolo sfogo: sono ormai 70 gli iscritti che seguono "pubblicamente" il blog ma, a giudicare dal numero di mail alle quali rispondo, ne esistono molti di più che lo fanno "privatamente".

Così facendo rimangono però nascosti e nessuno, tranne il sottoscritto, li "vede".
E' invece necessario che tutti i sostenitori di PaoloGIS si facciano vedere!
Lo ritengo fondamentale per favorire la diffusione, anche nella comunità italiana di utenti ESRI, di una mentalità più aperta al confronto, al dialogo e al reciproco aiuto...

Considerate poi che tra "pubblicamente" e "privatamente" non cambia nulla: non serve specificare altri dati, è sufficiente spostare un flag nella giusta casella!

Se siete timidi potete evitare di associare una vostra foto, basterà un'iconcina che vi rappresenti oppure, se vi sembra troppo, ci penserà blogger a rappresentarvi con una "sagoma" generica: è un pò triste ma almeno sarete visibili!

Non volete indicare il vostro nome? Sceglietevi un soprannome... Non ne vedo la necessità ma, se preferite, adottate pure questa modalità.

Molti di voi, compresi diversi "anonimi", hanno dichiarato il loro apprezzamento per questa mia iniziativa, comprendendo anche il notevole impegno che richiede.
Un blog animato da una forte passione per la tecnologia GIS e da una mentalità - spero lo abbiate notato - un pò fuori dal coro.
Non mi sembra che il panorama italiano abbondi di iniziative tipo PaoloGIS... O sbaglio?
Domenico di NicoGIS e Paolo di EsriDipendente sono forse gli unici connazionali che, con modalità e approcci diversi dal mio, hanno creato "risorse libere" per gli utenti italiani.

Giusto per sgombrare il campo da possibili malintesi, vorrei far notare che PaoloGIS è una risorsa rivolta a tutti, non a caso gli accessi dei miei utenti diretti - intendo cioè i clienti della mia società - rappresentano ormai un'esigua minoranza.

Quindi, per favore, evitiamo contatti anonimi: prima ci si registra pubblicamente e poi il sottoscritto sarà lieto di aiutarvi.
Un invito al quale mi verrebbe da aggiungere: "nei limiti del possibile".
Il tempo che riesco a dedicare a PaoloGIS è infatti limitato, spesso sottratto alle ore di sonno. Non sempre riesco a rispondervi nei tempi e nei modi che vorrei...
Quindi, nei limiti del possibile, ribadisco che non avrò problemi a fornire supporto, a patto però che non vi presentiate in modo anonimo.

Sia chiaro che non voglio obbligarvi, considerate però che ho piacere - molto piacere - a vedere la vostra "faccina" tra i sostenitori del blog, ammesso, ovviamente, che riteniate utile la mia iniziativa.
E non intendo "utile" in senso generale: PaoloGIS nasce innanzitutto per essere una risorsa "operativa", applicabile alle specifiche attività, o mansioni, di ogni singolo utente.

Invito quindi tutti i sostenitori di PaoloGIS a scegliere l'opzione "segui pubblicamente".
La procedura è semplicissima ma, per sicurezza, vi riassumo qui sotto tutti i passaggi (per farlo ho simulato l'operazione sul blog di NicoGIS).

1 - Portatevi nell'area dove compaiono gli attuali sostenitori pubblici del blog (vedi figura seguente) e cliccate sulla voce Accedi che compare sotto al gruppo di foto/icone.



2 - Apparirà la finestra rappresentata nella seguente figura, selezionate la vostra modalità di accesso (nel mio caso Google) e inserite, nella scheda successiva, la vostra password.



3 - Dopo questa operazione la vostra foto/icona apparirà sopra alle altre, cliccate quindi sulla voce Opzioni e poi su Impostazioni sito, esattamente come nell'immagine che segue.




4 - Avrete accesso alla scheda che vedete qui sotto, al centro della quale compare la scritta Stai seguendo in modo anonimo, cliccate quindi sul corrispondente link.



5 - Una "finestrella" che appare in primo piano vi consentirà la modifica: impostate il flag sulla voce Segui pubblicamente e poi cliccate su Salva.
Volendo potreste inserire un flag anche per includere il blog nel vostro profilo, scelta che potrebbe servire per dare maggiore visibilità a PaoloGIS...



6 - Cliccate su Chiudi per terminare la procedura: ora la vostra foto/icona comparirà tra i sostenitori pubblici... Finalmente!



E' ovvio che quanto sopra non vale per chi invece deve ancora iscriversi al blog.
In questo caso - ancor più grave! - dovete seguire le istruzioni pubblicate nel post del 27 aprile scorso.

Nella speranza che gli anonimi abbiano compreso il senso di questa mia parentesi, certamente un pò "acidina", vi do appuntamento al prossimo post.
Chissà se per allora le faccine saranno aumentate?

Saluti
PaoloGIS

venerdì 18 settembre 2009

Partire da zero: ma come si crea un geodatabase???

Cari utenti ArcGIS,
tutto bene?
Avrete notato che ultimamente sono stato poco presente sul blog... Vedrò quindi di farmi perdonare!

Immagino che anche per voi le ferie siano ormai un bel ricordo e che il rapporto con il vostro mitico ArcView sia ripreso alla grande.
Amore o odio? Il primo ovviamente! Anche se ogni tanto...



Oggi ho deciso di pubblicare un post diverso dal solito, con tanto di video-corso allegato (per avviarlo potete anche cliccare sull'immagine qui sopra).

Dovete sapere che diversi lettori del blog, un pò perchè non vogliono esporsi pubblicamente, un pò perchè non trovano l'articolo adatto per inserire un commento, mi scrivono mail "private" per richiedere consigli e informazioni.
Ovviamente non c'è nulla di male ed anzi rispondo sempre con molto piacere.
L'unico problema è che questo fraseggio rimane "sommerso", ovvero non condiviso con altri utenti ESRI. Esattamente il contrario di quanto dovrebbe accadere!

Proprio per questo motivo ho deciso che una di queste mail - assieme alla mia risposta - meritasse la "prima pagina".
Mi è sembrata l'occasione ideale per ribadire alcuni importanti concetti, al di là dell'argomento specifico della mail.

Il primo messaggio è rivolto agli utenti, in particolare a quelli che, esattamente come il mittente di questa mail, iniziano l'apprendimento di ArcView: per utilizzare bene qualsiasi software è necessario - direi più di ogni altra cosa - sapere "come e dove" cercare risorse, informazioni e risposte.
Non a caso gli utenti ArcGIS più esperti (ad esempio il mio socio NicoGIS) sanno bene che ESRI America, in particolare attraverso il web, rende disponibile un vero "universo" di conoscenze.
Il riferimento principale è certamente la guida in linea di ArcGIS Desktop, poi il portale ArcGIS Resource Centers, dal quale si accede a manuali, video-corsi, articoli tecnici, riviste, forum, blog, ecc...
Ora, premesso che il sottoscritto utilizza solo prodotti ESRI - in pratica sono EsriDipendente al 100%! - dubito che vi sia una qualsiasi altra tecnologia GIS così ben supportata e documentata.
Purtroppo quasi tutte le risorse sono in lingua inglese, un "particolare" che certo non aiuta gli utenti italiani, anzi...
Ma il vero problema è che molti utenti, in particolare i meno esperti, sbagliano approccio: spesso non conoscono, o non sfruttano adeguatamente, le tantissime risorse a loro disposizione.

L'altro messaggio è invece rivolto agli amici di Esri, come si legge dalla mail qui sotto, le esigenze degli utenti sono spesso semplici da soddisfare... a volte basta poco...
E' certamente corretto evidenziare l'evoluzione della tecnologia e mostrare le funzioni più complesse o più affascinanti, ma attenzione a non dimenticare le "necessità elementari", i passaggi obbligati senza i quali tutto il resto non ha senso.
Personalmente sono convinto che anche un utente alle prime armi possa ottenere ottimi risultati in breve tempo, a patto però che venga ben instradato.

Ma ora bando alle ciance! Eccovi il contenuto di questa mail, mi sono permesso solo di renderla "anonima" e di evidenziare i passaggi più significativi:

Buon pomeriggio ing. Paolo,
sono una studentessa di informatica (una rivale ^_^), sono approdata per puro caso sul suo blog e sono rimasta davvero colpita, i miei complimenti!
Si chiederà come mai le sto scrivendo, detto fatto: come ultimo esame ho scelto un esame di gis e devo portare un progetto creato in ArcGis.
Ma per quanto il corso possa essere stato molto interessante, nn ci hanno mai fornito informazioni e soprattutto non ci hanno mai insegnato l'uso di ArcGis, che non è proprio uno dei software più semplici che io abbia mai utilizzato!
Ora io sono iscritta a Esri Italia, ho letto manuali, visto video tutorial, etc, ma forse ho cercato malissimo, oppure non ci ho capito nulla...

Il fatto è che mi sento come se mi mancasse un pezzo, le spiego: io dovrei, ad esempio, partire da una mappa e, le dico una cosa semplicissima, andare a creare vari layer indicando scuole etc. Ora il dubbio che mi assale è questo: nei tutorial si fa uso di elementi già esistenti, io invece dovrei partire da zero, ma come???
Cioè devo creare una tabella in ArcCatalog e poi richiamarla in ArcMap, oppure la posso creare in ArcMap direttamente?
Ho visto che si possono fare tantissime cose, ma solo e
sempre su file e documenti esistenti, invece non ho mai visto creare un progetto partendo da zero.
So che questa per lei possa essere una domanda stupida, ma io non riesco proprio a capire che fare.
Non vorrei rubarle del tempo, magari se mi indicasse dove cercare, un video tutorial o qualunque cosa che mi faccia capire quali sono i passi da fare, qualunque cosa perchè davvero non so che fare.
So che questo non è un suo problema, ma mi è sembrato così disponibile..
Io uso la versione 9.2 di ArcGis.
La ringrazio anche solo per aver letto la mia lunghissima mail e spero di essere stata chiara sul mio problemino.
Grazie mille


Ed ecco la mia risposta:

Ciao, ma lo sai che hai ragione?
Nel senso che ho provato a cercare un tutorial o un manuale che indicasse come creare i dati "da zero" e, in effetti, è piuttosto difficile trovarlo!
Se però si sa "dove e come" cercare, allora il problema si risolve...
Io inizierei consultando l'immenso help online di ArcView, tenendo presente, nel tuo caso, che è aggiornato alla versione 9.3.1
Il link è il seguente:

http://webhelp.esri.com/arcgisdesktop/9.3/index.cfm?TopicName=welcome

In alternativa consulta le pagine "corrispondenti" sulla guida desktop del tuo ArcView 9.2

In particolare le pagine che più ti servono sono:
http://webhelp.esri.com/arcgisdesktop/9.3/index.cfm?TopicName=Creating_a_new_geodatabase
- per creare in ArcCatalog un nuovo file geodatabase...
http://webhelp.esri.com/arcgisdesktop/9.3/index.cfm?TopicName=Creating_feature_classes - per creare una nuova feature class puntuale... http://webhelp.esri.com/arcgisdesktop/9.3/index.cfm?TopicName=Creating_point_features_and_vertices - per iniziare ad inserire punti in ArcMap...
Meglio ancora se dai un occhio anche a tutte le pagine collegate, vedrai che ti saranno molto utili...


Ti consiglio inoltre di scaricare dal seguente link

http://webhelp.esri.com/arcgisdesktop/9.3/index.cfm?TopicName=using_arcgis_desktop
il manuale "Using ArcGIS Desktop.pdf": dalla pagina 102 alla 112 troverai tutte le risposte che cerchi!
Attenzione però: il manuale è relativo alla versione più recente di ArcView...
Tieni presente che la versione 9.2 è ormai "vecchia" di 3 anni, fossi in te richiederei una demo di ArcView 9.3.1, magari seguendo le indicazioni del mio
post del 31 marzo.

Per semplificarti la vita cerco anche di riassumere, ovviamente in estrema sintesi, i passaggi che dovrai effettuare:
- avvia ArcCatalog e scegli una cartella...
- sposta il puntatore del mouse nella finestra di destra di ArcCatalog e clicca il tasto destro...
- scegli la voce "new file geodatabase" e segui la procedura...
- clicca sul nuovo nato per vederne il contenuto (ovviamente vuoto)...
- sposta il puntatore del mouse nella finestra di destra di ArcCatalog e clicca il tasto destro...
- scegli la voce "new feature class" e segui la procedura...
Il geodatabase (ovvero il "contenitore" dei dati) è già pronto!
Ora devi "solo" trasferire la feature class in ArcMap, avviare una sessione di editing ed iniziare ad inserire oggetti, ma da qui in poi dovresti essere autonoma...

Spero di esserti stato utile, se ti serve altro scrivi senza problemi!
Ti chiedo però di iscriverti al blog e, quando lo riterrai opportuno, di parteciparvi attivamente. Il senso della mia iniziativa è proprio questo: formare una comunità di "GISSARI" per aiutarsi a vicenda...
Magari un giorno sarai tu a darmi la dritta giusta!


Prima di concludere mi sembra corretto fare anche un pò di autocritica: in effetti in coda al post che ho segnalato a questa studentessa avevo riassunto un possibile percorso di autoformazione ma - guarda un po'! - nessuno dei documenti che avevo indicato, intendo quelli di primo livello, prevedeva la realizzazione "da zero" di un geodatabase. I tutorial di base utilizzano i GDB a tutto campo ma, effettivamente, senza spiegare come realizzarli: peccato che questo sia proprio un passaggio fondamentale, un "pezzo" stranamente mancante.

Quindi la richiesta di questa studentessa non era poi così "stupida", tutt'altro!
Non sarà forse per lo stesso motivo che moltissimi utenti, imperterriti, continuano ad usare gli shapefile?

Lascio a voi ogni altra considerazione o commento.
Saluti
PaoloGis

PS: come vedete, senzo volerlo, ho anche iniziato la "serie" di post dedicata al geodatabase (vedi sondaggio).

sabato 22 agosto 2009

ArcGIS Explorer 900: nuovo, libero e bello!

Il mondo avanza e i post invecchiano!
Vi segnalo che in data 10 marzo 2010 è stata rilasciata una nuova versione di ArcGIS Explorer (vedi post del 12 marzo 2010 ). Potete quindi ritenere "superato" il post qui sotto, vi faccio però notare che alcune considerazioni di carattere generale continuano a valere...

Cari utenti ArcGIS,
vi scrivo dalle ferie - ultimi giorni purtroppo! - per annunciarvi il rilascio della nuova versione di ArcGIS Explorer.

Oggi mi sono collegato al sito di ESRI America - giusto per dare un'occhiata - ed ecco la sorpresa: il 14 agosto è stata rilasciata la versione 900 di questo utilissimo software GIS (potete leggere l'annuncio ufficiale al seguente link www.esri.com/news/releases/09_3qtr/arcgis_explorer.html ).



Sono certo che molti di voi conoscono già questo prodotto, magari perchè hanno utilizzato la versione precedente ("siglata" 500).
Per chi non lo sapesse, ricordo che ArcGIS Explorer è un visualizzatore "libero" - quindi completamente gratuito - di dati GIS. In realtà definirlo solo un "visualizzatore" è un pò riduttivo: in effetti è un prodotto che offre numerose funzionalità, ma tra queste non esiste la possibilità di modificare i dati.

Il motto che ESRI ha scelto per questa sua creatura è piuttosto significativo: "GIS for Everyone". Quindi un software che, nelle intenzioni di ESRI, dovrebbe consentire a chiunque di avvicinarsi alla tecnologia GIS e di apprezzarne le grandi potenzialità.
Si tratta ovviamente di un prodotto rivolto alla grande utenza, certamente non adatto ad un uso professionale. Potremmo definirlo una via di mezzo tra i classici geobrowsers (Google Earth e Microsoft Bing in primis) e i prodotti dedicati ai professionisti del settore.

Quest'ultimi troveranno però in ArcGIS Explorer una risorsa utilissima per distribuire i propri dati (geodatabase, shapefile, raster, servizi ArcGIS Server, ecc...).
E' infatti un software in grado di visualizzare e gestire, con grande semplicità ed efficacia, numerose tipologie di dati GIS.
La possibilità di caricare dati da moltissime fonti e in vari formati, consente ad esempio di sovrapporre strati informativi presenti sul proprio PC (o rete) con dati accessibili via web (servizi ArcGIS Online, WMS, ArcGIS Server o ArcIMS).
Sono certo che questa opportunità sarà apprezzata da molti utenti!

La versione 900 era attesa da qualche mese e le novità sono veramente tante, inoltre i giudizi di chi ha utilizzato le versioni beta sono molto positivi. Non vi nascondo quindi che sono veramente curioso di provare la nuova versione. Purtroppo la connessione internet di cui dispongo in villeggiatura non consente di scaricare in tempi "umani" il file di installazione (circa 78Mb), ma settimana prossima sarò di nuovo operativo...

Intanto potete iniziare voi: la procedura per effettuare il download è accessibile dalla pagina che vedete ad inizio articolo, il link è il seguente www.esri.com/software/arcgis/explorer/index.html .
Prima di tutto verificate però che il vostro PC abbia i requisiti minimi per l'installazione, consultate quindi la pagina System Requirements o, per un maggior dettaglio, la pagina collegata al seguente link http://wikis.esri.com/wiki/display/agxpsr/ArcGIS+Explorer+System+Requirements .
Scoprirete che ArcGIS Explorer può essere installato solo su sistemi operativi Windows; inoltre, per ottenere un utilizzo "fluido", è necessaria una scheda grafica abbastanza recente e performante.

Le altre pagine vi aiuteranno invece a conoscere meglio questa nuova versione.
In particolare vi segnalo i video presenti nella pagina Demos e nella pagina What's New: saranno sufficienti pochi minuti per apprezzare le grandi potenzialità di ArcGIS Explorer 900.
Per visualizzare un rapido elenco delle principali caratteristiche, fate invece riferimento alla pagina Key Features.
Consultando queste pagine vi accorgerete ben presto che ArcGIS Explorer 900 è molto più di un "semplice" visualizzatore: provare per credere!

Per approfondire ulteriormente l'argomento vi rimando all'ormai immancabile ArcGIS Resource Center , il portale creato da Esri Inc. per supportare meglio la propria comunità di utenti. Una sezione del portale è dedicata proprio ad ArcGIS Explorer, il link è il seguente: http://resources.esri.com/arcgisexplorer/900/index.cfm?fa=home . Da qui potrete accedere a numerose risorse, in particolare alla guida in linea del software dalla quale ho tratto la seguente immagine.



Si tratta della pagina che descrive come passare dalla visualizzazione 2D a quella in 3D e viceversa, una funzionalità che ritengo molto interessante e di grande effetto!
Da notare che ArcGIS Explorer consente la gestione di tutti i sistemi di coordinate (geografiche o piane) disponibili in ArcGIS, trasformazioni comprese.

Purtroppo vi anticipo che ArcGIS Explorer, almeno per ora, non è disponibile in lingua italiana. Il fatto però che la versione 900 sia stata tradotta in Francese, Tedesco, Spagnolo, Giapponese e Cinese, lascia ben sperare che prima o poi tocchi anche a noi!

Nel frattempo possiamo consolarci accedendo al sito di Esri Italia per avere altre informazioni, ovviamente in lingua italiana, su questo prodotto ( il link è il seguente www.esriitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=232&Itemid=112&lang=it ).
In questa pagina troverete anche un interessante video che descrive le principali funzionalità e caratteristiche della nuova versione.

Chi avesse già utilizzato ArcGIS Explorer 900, o ritenesse di farlo entro breve, è "caldamente" invitato a condividere le sue impressioni...

Saluti e buon rientro dalle ferie!
PaoloGIS

venerdì 3 luglio 2009

Novità dal sito di ESRI Italia: pubblicati i primi video-corsi in italiano

Cari utenti ArcGIS,
un post brevissimo giusto per segnalarvi che ESRI Italia ha reso disponibili, sul proprio sito http://www.esriitalia.it/, due interessanti video-corsi... in lingua italiana!!!

Si tratta delle due parti - TEORIA e DEMO - del corso "Primi passi con il GIS", un'interessante introduzione ai sistemi GIS e alla tecnologia ArcGIS.
Il corso è pensato appunto per chi muove i "primi passi" in questo affascinante mondo, ed è perciò vivamente consigliato ai nuovi utenti, tra i quali forse c'è anche qualcuno che ha scelto di richiedere una versione dimostrativa di ArcGIS Desktop proprio dopo aver letto il mio post del 31 marzo.
Si tratta sicuramente di un modo semplice, piacevole ed estremamente efficace per rompere il ghiaccio.

I video sono accessibili dalla pagina "Formazione" del sito di Esri Italia. Attenzione, però: solo gli utenti registrati possono visualizzare il corrispondente link.
Chi non l'avesse ancora fatto deve quindi iscriversi: accedete alla home page del sito e, nella parte in basso a sinistra, cliccate sulla voce "registrati".

Come potete notare nell'immagine qui sotto, il link "Video Corsi" si trova nella parte destra dello schermo, all'interno del riquadro arancione Utility. Il collegamento è il secondo della lista:



Come vi avevo già anticipato in alcuni degli articoli precedenti, Esri Italia ha di recente deciso di investire moltissimo sulla valorizzazione del suo nuovo sito internet. Uno degli obiettivi principali è proprio quello di rendere il sito un punto di riferimento per gli utenti in cerca di manualistica, documentazione tecnica e strumenti di auto-formazione in lingua italiana.
Una pagina, quindi, da tenere sotto controllo: presto ci riserverà altre sorprese!

Buon apprendimento!
Saluti,
PaoloGIS

venerdì 26 giugno 2009

ArcGIS 9.3.1 in pronta consegna! Guida rapida all'aggiornamento di ArcView, ArcEditor e ArcInfo.

Cari Utenti ArcGIS,pubblico questo post per informarvi che ESRI Italia, subito dopo la conferenza, ha avviato la distribuzione di ArcGIS 9.3.1.
Come sapete bene, tra il rilascio di una nuova release negli Stati Uniti e la sua effettiva commercializzazione sul territorio italiano passa sempre qualche settimana. I primissimi pacchetti giunti in Italia sono stati destinati ai nuovi utenti, mentre nei giorni scorsi sono arrivati anche i primi aggiornamenti per gli utenti in garanzia o in manutenzione.


Ne approfitto quindi per darvi alcune indicazioni - spero utili - per effettuare l'upgrade dei prodotti desktop: ArcView, ArcEditor e ArcInfo.Lo faccio perché so bene che molti acquisti non avvengono tramite il canale “ufficiale”, ovvero la rete di aziende Business Partner di Esri Italia, ma attraverso “terze parti”, aziende che a volte non sono in grado di supportare adeguatamente l’utente finale.

Se ben ricordate avevo già illustrato come effettuare l'aggiornamento alla versione 9.3.1 nel post del 16 maggio , in quell'occasione però avevo fatto riferimento solo ad ArcView e ArcEditor 9.3 single use.In realtà si potrebbero presentare altre situazioni, ecco quindi uno "schemino" riassuntivo:

A – Aggiornamento di una licenza 9.3 di tipo single use o concurrent.
In questo caso l’installazione è semplicissima in quanto identica a quella dei service pack: basta inserire il DVD 1 del media kit "ArcGIS 9.3.1 Update", visualizzare il contenuto della cartella ArcGIS-Windows, individuare il file ArcGISDesktop931.msp e lanciarlo tramite doppio click (nota: se vi occorressero ulteriori e più approfondite informazioni, potete comunque consultare la guida accessibile attraverso il file Install931.htm che trovate sempre nella stessa cartella).
Terminata la procedura di installazione la 9.3.1 sarà subito operativa!
Per visualizzare in ArcMap le immagini da satellite e le mappe stradali di Microsoft Virtual Earth (probabilmente la novità più attesa dagli utenti!), dovrete però attivare il corrispondente servizio ArcGIS Online. Nel caso abbiate una licenza di tipo single use vi basterà seguire le indicazioni che ho illustrato nel
post del 16 maggio ; per le licenze concurrent fate invece riferimento a ESRI support center e più precisamente all'articolo raggiungibile da questo link .



B – Aggiornamento di una licenza di tipo single use precedente alla 9.3 (o installazione di una nuova licenza 9.3.1)
In questo caso, prima di avviare l’installazione della 9.3.1, si rende necessario rimuovere la versione corrente.
Da qui in poi la procedura coincide a tutti gli effetti con l'installazione di una nuova licenza single use 9.3.1. 

Limitatamente a questa fase iniziale di "transizione" (estate 2009), potrebbero presentarsi 2 distinte situazioni:
- l'utente riceve il media kit della versione 9.3 unitamente al media kit di "update" alla versione 9.3.1, in questo caso l'installazione richiede 2 passaggi...
- l'utente riceve direttamente il media kit 9.3.1 e l'installazione può quindi avvenire in un solo passaggio (situazione a regime).
In merito alle varie opzioni di installazione, il mio consiglio è di scegliere quella "completa".
Al termine della procedura dovrete richiedere un nuovo file di attivazione utilizzando il numero di matricola consegnato assieme all’aggiornamento del software (ovviamente i codici saranno più di uno nel caso possediate eventuali estensioni).
Seguendo poi le indicazioni illustrate nel
mio post del 16 maggio otterrete 2 piccioni con una fava: infatti l'attivazione del software comprenderà anche il servizio Microsoft Virtual Earth.

Per maggiori informazioni, vi ricordo che nei DVD dei software ArcGIS trovate sempre la documentazione che illustra, nel dettaglio, la corretta procedura di installazione: basta cercare!


C - Aggiornamento di una licenza di tipo concurrent precedente alla 9.3
Si procede come nel caso B, ma senza preoccuparsi di richiedere un nuovo file di licenza: quello già in uso continua ad essere valido.

Attenzione però: potrebbe essere necessario aggiornare il License Manager, ovvero il software che gestisce le licenze di tipo concurrent (maggiori informazioni su ESRI support center, ovvero al seguente link ).
Per utilizzare il servizio Microsoft Virtual Earth dovrete prima richiederne l'attivazione, anche in questo caso le indicazioni su come operare sono su ESRI support center e più precisamente nell'articolo raggiungibile da questo
link.



Come potete notare, i casi B e C richiedono di fatto una "nuova" installazione.In tal senso voglio segnalarvi un problema che incontrano alcuni utenti delle licenze di tipo single use: dopo aver condotto correttamente tutta la procedura, attivazione compresa, accade non di rado che la chiavetta USB non venga rilevata da ArcView o ArcEditor.
In pratica appaiono in sequenza i due messaggi qui sotto:
- The Single Use hardware key has not been installed on this system, or has been removed;
- Unable to communicate with the Single Use hardware key, exiting.





Il problema è generato dalla mancata installazione del driver
che consente la gestione della chiavetta USB, una procedura che dovrebbe essere automatica (ovvero prevista assieme all’installazione dei software), ma che qualche volta, evidentemente, non va a buon fine.
Secondo il mio socio
NicoGIS
(uno che di solito ci azzecca…), il problema sarebbe riconducibile, almeno nella maggior parte dei casi, ad un errore piuttosto diffuso: l’inserimento della chiavetta USB prima che venga avviata l’installazione.
Comunque, quale che sia la causa, il rimedio è molto semplice: basterà inserire nuovamente il DVD e avviare "manualmente" l’installazione del driver.
A tale scopo dovete accedere alla cartella Desktop\Rainbow (Rainbow è appunto l’azienda che produce le chiavette utilizzate da ESRI).


Se disponete della versione più recente del DVD, troverete un solo driver: Sentinel System Driver Installer 7.5.0.exe

Se invece disponete della precedente versione del DVD, troverete due driver:
- per sistemi operativi a 32 bit utilizzate Sentinel Protection Installer 7.2.2.exe;

- per sistemi operativi a 64 bit utilizzate Sentinel System Driver(64-bit) 7.2.2.exe;
Vi ricordo che
potete verificare a quale categoria appartenga il vostro sistema operativo Windows, accedendo a Pannello di controllo e cliccando poi su Sistema.
Rimuovete quindi la chiavetta, selezionate il file adatto al vostro caso e lanciatelo tramite doppio click: la procedura richiederà solo qualche secondo.
A questo punto inserite la chiavetta e avviate ArcView: il problema è risolto!
...o quasi: a volte, infatti, si rende necessario il riavvio del PC.
A proposito: chi ancora avesse una vecchia chiave parallela, può rivolgersi al proprio rivenditore di riferimento (ovviamente vale quanto segnalato a inizio articolo) per richiedere la sostituzione con l'equivalente, ma assai più pratica, USB.
Se siete coperti da un contratto di manutenzione, riceverete gratuitamente la chiave sostitutiva; se invece siete fuori manutenzione, potete comunque provare a richiedere la sostituzione…
Di solito gli amici di Esri Italia non fanno grossi problemi!

L’unico inconveniente è che, causa tempi tecnici, dovrete prevedere circa dieci giorni di “fermo”. Il problema è facilmente aggirabile programmando la sostituzione durante un periodo di ferie.
Tenete presente che ormai i PC e i notebook nascono senza porta parallela, quindi la sostituzione diverrà prima o poi un passaggio obbligato.
Come al solito spero di esservi stato utile.
Saluti e a presto!
PaoloGIS

mercoledì 17 giugno 2009

Sistemi di riferimento: un po' di teoria per non perdere l’orientamento.

Vi invito a leggere attentamente anche i commenti in coda a questo articolo: alcuni sono molto interessanti e ricchi di consigli ed informazioni tecniche.

Cari utenti ArcGIS,
ammetto che l’impostazione di questo articolo mi ha messo a durissima prova!
Ci eravamo lasciati con il post del 7 maggio scorso, nel quale avevo cercato di evidenziare un concetto tanto semplice quanto disatteso: in un sistema GIS, ogni strato informativo dovrebbe essere sempre associato al proprio sistema di riferimento (SR).
Una condizione necessaria per garantire la corretta georeferenziazione (georeferencing) dei dati aventi una componente spaziale.

Una considerazione, questa, che impone la soluzione di alcuni quesiti, due dei quali, in particolare, si rivelano di fondamentale importanza:
- quale sistema di riferimento si debba associare ai propri dati;
- come si possa effettuare l'associazione in ambiente ArcGIS.

In questo articolo mi sono posto però un obiettivo molto più ambizioso: mi piacerebbe infatti indicare come un “normale” utente GIS (quindi NON un esperto in geodesia, cartografia o topografia) possa affrontare correttamente le principali problematiche legate ai sistemi di riferimento.
In altri termini, più che la soluzione vorrei indicare il metodo.
Si tratta di un obiettivo ambizioso... in realtà, potremmo facilmente “ridimensionarlo” sostituendo l'espressione “affrontare correttamente” con “limitare i danni”...

Per entrare nel vivo di questo tema, ho scelto una maschera di ArcView che ritengo abbia messo a dura prova molti utenti, me compreso:



Per associare un SR ad un qualsiasi strato informativo (shapefile, feature class, raster, disegno cad, ecc.) esistono vari metodi, la gran parte dei quali prevede proprio l’accesso alla maschera Browse for Coordinate System.
E’ da qui che inizia la ricerca del sistema di riferimento di proprio interesse, un percorso ad ostacoli che richiede subito una scelta: Geographic Coordinates System oppure Projected Coordinates System?

Tradotto in italiano fa meno paura: in pratica, ArcView vi impone di scegliere tra sistemi di riferimento in coordinate geografiche (o ellissoidiche), oppure sistemi di riferimento in coordinate cartografiche (o piane).
Dopo questo primo passaggio il problema è tutt’altro che risolto: occorre infatti navigare tra una "selva" di sigle - alcune migliaia - ognuna delle quali identifica uno specifico sistema di riferimento.

Facciamo un esempio, scegliendo come obiettivo della nostra ricerca il sistema di riferimento “ufficiale” per la cartografia italiana.
Com’è noto, si tratta del sistema geodetico denominato Roma40, al quale è associato il sistema cartografico Gauss-Boaga (nota: per semplicità il tutto viene spesso abbreviato come Roma40 Gauss-Boaga o, più semplicemente, Gauss-Boaga).
Per individuare questo particolare SR fra quelli disponibili in ArcGIS, dovete innazitutto scegliere la “categoria” Projected Coordinates System e poi accedere alla directory National Grids. Una cartella che contiene alcune sotto directory e moltissimi SR, ognuno dei quali corrispondente ad uno specifico file .PRJ (projection).

In questa moltitudine di files PRJ troverete addirittura 6 possibili alternative adatte al nostro caso.
Tre di queste sono relative al fuso OVEST, ovvero
- Monte Mario Italy 1.prj (codice EPSG 3003);
- Monte Mario (Rome) Italy 1.prj (codice EPSG 26591);
- Roma 1940 Gauss Boaga Ovest.prj (codice EPSG 102093).
Le altre tre, che ovviamente corrispondono al fuso EST, sono
- Monte Mario Italy 2.prj (codice EPSG 3004);
- Monte Mario (Rome) Italy 2.prj (codice EPSG 26592);
- Roma 1940 Gauss Boaga Est.prj (codice EPSG 102094).

Premesso che vi spiegherò in un altro post il motivo di questa “abbondanza”, per ora mi accontento di aver risposto al quesito che avevo sollevato nel post del 7 maggio: Monte Mario o Gauss-Boaga?
E’ la stessa cosa! Avremo però modo di approfondire…
Intanto provate a trovare le differenze tra le 2 interfacce mostrate qui sotto, scoprirete che, ad eccezione del primo Name, tutto il resto coincide.



In questo post mi preme però evidenziare come il vero problema non sia “operativo”; in altri termini, non basta avere qualche “dritta” (vedi sopra) per gestire correttamente le problematiche legate ai sistemi di riferimento.
Il vero problema è invece concettuale e sono convinto che sia così per la stragrande maggioranza degli utenti GIS.
La mia esperienza professionale mi induce infatti a pensare che le principali difficoltà nella gestione dei sistemi di riferimento non vadano ricercate in ArcGIS, ma nella scarsa conoscenza di alcuni concetti di base.
Se così non fosse, non si spiegherebbero tutti quegli shapefile - una miriade - che "girano" senza alcun SR associato. Per non parlare delle difficoltà che la maggioranza degli utenti ArcGIS incontra nell’impostare una trasformazione fra due diversi sistemi geodetici...

Teoricamente, si tratterebbe di una considerazione più che ovvia, direi quasi scontata: per utilizzare proficuamente un qualsiasi strumento (in questo caso, una o più procedure inserite in software) occorre possedere una serie di competenze di base. In mancanza di queste, tutto diventa più difficile!
Spesso e volentieri imputiamo però le nostre difficoltà al software; a questo proposito, non avete idea di quante volte i nostri clienti richiedano supporto esordendo con frasi del tipo "ArcView NON fa questo...", "ArcView genera un errore...", "Quella procedura è spiegata male", ecc.
Vi posso però assicurare che nel 90% dei casi il problema è riconducibile all’utente e non allo “strumento”!

Sono quindi convinto che occorra un po’ di “teoria”.
Dopo aver acquisito alcune nozioni fondamentali, in particolare sui sistemi di riferimento in uso in Italia, le operazioni in ArcGIS risulteranno molto più semplici.
Ma come fare? E soprattutto, quanto è necessario approfondire l’argomento?
Non dimentichiamoci infatti che la gran parte degli utenti utilizzano ArcGIS come un qualsiasi strumento a supporto delle proprie attività, quindi NON sono - e non devono essere! - specialisti in geodesia, topografia o cartografia.

Come prima ipotesi di lavoro avevo pensato di riassumervi personalmente i principali concetti sui sistemi di riferimento, facendovi una sorta di elenco riassuntivo delle mie personali "regole di sopravvivenza".
Alcuni tentativi mi hanno però convinto che il risultato non poteva essere soddisfacente: troppo vasto l’argomento, troppo poco "specialista" in SR il sottoscritto.

Dopodichè avevo pensato di rifarmi alla guida in linea di ArcGIS Desktop, sicuramente il riferimento per eccellenza per ogni utente ArcGIS.
La guida, tuttavia, mostra un difetto purtroppo pesante: non mi riferisco tanto alla lingua inglese, quanto alla trattazione troppo legata alla realtà, alla logica e alla terminologia americana, un approccio cioè troppo “distante” dall'utente italiano…
Si noti comunque come la guida dedichi un intero libro ai sistemi di riferimento (Map projections and coordinate systems); in particolare, trovo molto interessante il capitolo Getting started whit map projections.
NON è qui però che troverete tutte le risposte alle vostre domande!

Come ovvia alternativa, ho cercato una “risorsa” italiana (un testo, un documento o un sito) da proporvi come riferimento. Anche in questo caso era comunque importante indicare qualcosa di veramente adatto all’utente “standard” di ArcView, un “soggetto” che ormai conosco piuttosto bene...

A questo punto ho finalmente individuato la strada corretta, mi serviva però un documento chiaro, “leggero” e al tempo stesso sufficientemente completo.
Una ricerca che ha iniziato a produrre risultati nel momento in cui mi è ricapitato fra le mani un interessantissimo articolo che potete leggere o scaricare dal sito dell'Associazione Italiana Topografi: Alcuni metodi per il passaggio dal sistema WGS84 ai sistemi geodetici locali di Renzo Maseroli e Stefano Nicolodi.
Questo documento mi era stato segnalato tempo fa dal Prof. Luigi Colombo, mio ex professore al Politecnico di Milano ed oggi docente di Topografia e Geomatica alla facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Bergamo (...nonchè uno dei primi sostenitori di questo blog!).

In particolare, ritengo "notevoli" i primi due paragrafi dell'articolo: a mio parere, rappresentano un mirabile esempio di chiarezza e di sintesi.
Precisato quindi che non si tratta di "farina del mio sacco", riporto qui sotto la parte iniziale del secondo paragrafo (Sistemi di riferimento in uso in Italia), che mi sembra davvero pertinente a questo post.

“In Italia convivono attualmente diversi sistemi di riferimento, a ognuno dei quali è associato un sistema piano che assegna ad ogni punto della superficie ellissoidica una coppia di coordinate cartesiane per mezzo di una corrispondenza biunivoca caratteristica della proiezione o della rappresentazione utilizzata. Come noto i sistemi piani, per i vantaggi di semplicità che offrono rispetto alla complessa geometria dell’ellissoide, sono spesso utilizzati, oltre che per scopi cartografici, per lo sviluppo dei calcoli geodetici e topografici; in alcuni casi, anzi, sono stati introdotti proprio per soddisfare quest’ultimo scopo, e solo successivamente adottati per la cartografia.
Il sistema geodetico ufficiale italiano è ancora quello introdotto nel primo dopoguerra e denominato ROMA40; a tale riferimento è associato il sistema piano GAUSS-BOAGA utilizzato per la realizzazione della fondamentale Carta d’Italia alla scala 1:25.000 e del suo multiplo 1:100.000, entrambe non più in produzione ma ancora in uso. Sul riferimento europeo ED50, tramite il sistema cartografico UTM, è ancora in corso di allestimento la nuova carta ufficiale italiana alla scala 1:50.000 ed i suoi sottomultipli 1:25.000, 1:10.000 e 1:5.000 (quest’ultimi prodotti dalle regioni). L’ED50 è utilizzato nella pratica solo a scopo cartografico ed è quindi di scarso interesse per la geodesia. Il Catasto italiano adotta invece un sistema geodetico costituito dall’ellissoide di BESSEL (1841) orientato a Genova e ad esso associa la rappresentazione piana CASSINI-SOLDNER. Infine il sistema geodetico mondiale WGS84, la cui realizzazione europea prende il nome di ETRS89 e quella italiana è costituita dalla rete geodetica IGM95, è stato recentemente introdotto in seguito all’affermarsi delle tecniche satellitari GPS. Anche al WGS84 è associato il sistema cartografico UTM, generalmente indicato come UTM(WGS84) per distinguerlo dall’equivalente sistema piano associato all’ED50.”


Qualche ora dopo ho finalmente individuato il documento “ideale”, un articolo che ritengo un vero e proprio “capolavoro” in quanto, in sole 9 pagine, sintetizza tutto ciò che serve ad un utente GIS "standard" per sopravvivere ai sistemi di riferimento.
Si tratta del manuale operativo del software CartLab3, più precisamente la seconda parte di questo breve documento (la prima, infatti, descrive l'interfaccia e l'utilizzo del software).

Il Dr. Renzo Maseroli ha collaborato al "progetto" CartLab, un software sviluppato per effettuare trasformazioni di coordinate tra i principali sistemi cartografici in uso in Italia, operando insieme all’Ing. Virgilio Cima e al Prof. Luciano Surace.
Vi basterà cliccare sui link che ho associato agli autori per accedere ai rispettivi curriculum professionali e per capire che possiamo considerare questo documento un riferimento "quasi" ufficiale: un elemento, questo, che conferisce un valore aggiunto non indifferente.
Una semplice ricerca su internet vi permetterà di reperire molte informazioni su CartLab3.
In particolare, accedendo al sito della rivista GeoMedia , avrete la possibilità di consultare online il manuale di cui vi sto parlando (vedi sotto).



In questo ed in altri siti potrete poi scaricare una versione "demo" di CartLab, un'opportunità che potrebbe risultare molto utile: ad esempio per valutare i risultati che si ottengono effettuando trasformazione di coordinate utilizzando i software ArcGIS, ArcView in particolare.

La seconda parte del documento (da pagina 8 in poi) si intitola appunto Descrizione dei principali sistemi di riferimento in uso oggi in Italia ed è organizzata in 4 paragrafi:
- superfici di riferimento e coordinate;
- definizione di sistema geodetico–cartografico;
- principali sistemi di riferimento in uso oggi in Italia;
- trasformazione di coordinate da un sistema ad un altro
.

Non sottovalutate quindi la mia segnalazione: si tratta di documento che NON deve assolutamente sfuggire a chiunque utilizzi un software GIS in Italia.
Ribadisco anzi il concetto: investite un’ora nella lettura attenta di queste 9 pagine, e vi assicuro che non ve ne pentirete!!!

Da segnalare, inoltre, come il manuale si apra con una premessa in perfetta sintonia con il mio post: “l’interfaccia del programma non presenta complessità particolari, ed il suo utilizzo dovrebbe risultare intuitivo, se è ben conosciuto da parte dell’utente il problema delle trasformazioni di coordinate fra i sistemi geodetici e le impostazioni concettuali necessarie per applicarle.”
Che poi il programma illustrato sia CartLab, poco importa: la stessa identica considerazione può essere estesa ad ArcView e a tutti i software GIS.
Ad essere sinceri, l'unica difficoltà in più è dovuta alla grande quantità di SR, quindi di possibili trasformazioni, gestite in ambiente ArcView . Non dimentichiamoci infatti che ArcView è il software GIS più diffuso al mondo, CartLab è invece un applicativo specifico per il territorio italiano.

A questo punto dovremmo essere pronti per affrontare - finalmente! - il problema “operativo”: come impostare sistemi di riferimento e trasformazioni di coordinate operando in ambiente ArcGIS.
In realtà, mi sembra che questo post sia già fin troppo lungo... e poi, sperando di avervi incuriosito, immagino che vogliate dedicare la prossima ora alla lettura del manuale operativo di CartLab, o sbaglio?

La "serie" continua quindi nei prossimi giorni.
Saluti,
PaoloGIS

PS: leggete anche i commenti qui sotto, alcuni sono veramente interessanti e ricchi di consigli ed informazioni tecniche.

AREA FORUM (vedi anche post del 10/1/2014)

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