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venerdì 26 giugno 2009

ArcGIS 9.3.1 in pronta consegna! Guida rapida all'aggiornamento di ArcView, ArcEditor e ArcInfo.

Cari Utenti ArcGIS,pubblico questo post per informarvi che ESRI Italia, subito dopo la conferenza, ha avviato la distribuzione di ArcGIS 9.3.1.
Come sapete bene, tra il rilascio di una nuova release negli Stati Uniti e la sua effettiva commercializzazione sul territorio italiano passa sempre qualche settimana. I primissimi pacchetti giunti in Italia sono stati destinati ai nuovi utenti, mentre nei giorni scorsi sono arrivati anche i primi aggiornamenti per gli utenti in garanzia o in manutenzione.


Ne approfitto quindi per darvi alcune indicazioni - spero utili - per effettuare l'upgrade dei prodotti desktop: ArcView, ArcEditor e ArcInfo.Lo faccio perché so bene che molti acquisti non avvengono tramite il canale “ufficiale”, ovvero la rete di aziende Business Partner di Esri Italia, ma attraverso “terze parti”, aziende che a volte non sono in grado di supportare adeguatamente l’utente finale.

Se ben ricordate avevo già illustrato come effettuare l'aggiornamento alla versione 9.3.1 nel post del 16 maggio , in quell'occasione però avevo fatto riferimento solo ad ArcView e ArcEditor 9.3 single use.In realtà si potrebbero presentare altre situazioni, ecco quindi uno "schemino" riassuntivo:

A – Aggiornamento di una licenza 9.3 di tipo single use o concurrent.
In questo caso l’installazione è semplicissima in quanto identica a quella dei service pack: basta inserire il DVD 1 del media kit "ArcGIS 9.3.1 Update", visualizzare il contenuto della cartella ArcGIS-Windows, individuare il file ArcGISDesktop931.msp e lanciarlo tramite doppio click (nota: se vi occorressero ulteriori e più approfondite informazioni, potete comunque consultare la guida accessibile attraverso il file Install931.htm che trovate sempre nella stessa cartella).
Terminata la procedura di installazione la 9.3.1 sarà subito operativa!
Per visualizzare in ArcMap le immagini da satellite e le mappe stradali di Microsoft Virtual Earth (probabilmente la novità più attesa dagli utenti!), dovrete però attivare il corrispondente servizio ArcGIS Online. Nel caso abbiate una licenza di tipo single use vi basterà seguire le indicazioni che ho illustrato nel
post del 16 maggio ; per le licenze concurrent fate invece riferimento a ESRI support center e più precisamente all'articolo raggiungibile da questo link .



B – Aggiornamento di una licenza di tipo single use precedente alla 9.3 (o installazione di una nuova licenza 9.3.1)
In questo caso, prima di avviare l’installazione della 9.3.1, si rende necessario rimuovere la versione corrente.
Da qui in poi la procedura coincide a tutti gli effetti con l'installazione di una nuova licenza single use 9.3.1. 

Limitatamente a questa fase iniziale di "transizione" (estate 2009), potrebbero presentarsi 2 distinte situazioni:
- l'utente riceve il media kit della versione 9.3 unitamente al media kit di "update" alla versione 9.3.1, in questo caso l'installazione richiede 2 passaggi...
- l'utente riceve direttamente il media kit 9.3.1 e l'installazione può quindi avvenire in un solo passaggio (situazione a regime).
In merito alle varie opzioni di installazione, il mio consiglio è di scegliere quella "completa".
Al termine della procedura dovrete richiedere un nuovo file di attivazione utilizzando il numero di matricola consegnato assieme all’aggiornamento del software (ovviamente i codici saranno più di uno nel caso possediate eventuali estensioni).
Seguendo poi le indicazioni illustrate nel
mio post del 16 maggio otterrete 2 piccioni con una fava: infatti l'attivazione del software comprenderà anche il servizio Microsoft Virtual Earth.

Per maggiori informazioni, vi ricordo che nei DVD dei software ArcGIS trovate sempre la documentazione che illustra, nel dettaglio, la corretta procedura di installazione: basta cercare!


C - Aggiornamento di una licenza di tipo concurrent precedente alla 9.3
Si procede come nel caso B, ma senza preoccuparsi di richiedere un nuovo file di licenza: quello già in uso continua ad essere valido.

Attenzione però: potrebbe essere necessario aggiornare il License Manager, ovvero il software che gestisce le licenze di tipo concurrent (maggiori informazioni su ESRI support center, ovvero al seguente link ).
Per utilizzare il servizio Microsoft Virtual Earth dovrete prima richiederne l'attivazione, anche in questo caso le indicazioni su come operare sono su ESRI support center e più precisamente nell'articolo raggiungibile da questo
link.



Come potete notare, i casi B e C richiedono di fatto una "nuova" installazione.In tal senso voglio segnalarvi un problema che incontrano alcuni utenti delle licenze di tipo single use: dopo aver condotto correttamente tutta la procedura, attivazione compresa, accade non di rado che la chiavetta USB non venga rilevata da ArcView o ArcEditor.
In pratica appaiono in sequenza i due messaggi qui sotto:
- The Single Use hardware key has not been installed on this system, or has been removed;
- Unable to communicate with the Single Use hardware key, exiting.





Il problema è generato dalla mancata installazione del driver
che consente la gestione della chiavetta USB, una procedura che dovrebbe essere automatica (ovvero prevista assieme all’installazione dei software), ma che qualche volta, evidentemente, non va a buon fine.
Secondo il mio socio
NicoGIS
(uno che di solito ci azzecca…), il problema sarebbe riconducibile, almeno nella maggior parte dei casi, ad un errore piuttosto diffuso: l’inserimento della chiavetta USB prima che venga avviata l’installazione.
Comunque, quale che sia la causa, il rimedio è molto semplice: basterà inserire nuovamente il DVD e avviare "manualmente" l’installazione del driver.
A tale scopo dovete accedere alla cartella Desktop\Rainbow (Rainbow è appunto l’azienda che produce le chiavette utilizzate da ESRI).


Se disponete della versione più recente del DVD, troverete un solo driver: Sentinel System Driver Installer 7.5.0.exe

Se invece disponete della precedente versione del DVD, troverete due driver:
- per sistemi operativi a 32 bit utilizzate Sentinel Protection Installer 7.2.2.exe;

- per sistemi operativi a 64 bit utilizzate Sentinel System Driver(64-bit) 7.2.2.exe;
Vi ricordo che
potete verificare a quale categoria appartenga il vostro sistema operativo Windows, accedendo a Pannello di controllo e cliccando poi su Sistema.
Rimuovete quindi la chiavetta, selezionate il file adatto al vostro caso e lanciatelo tramite doppio click: la procedura richiederà solo qualche secondo.
A questo punto inserite la chiavetta e avviate ArcView: il problema è risolto!
...o quasi: a volte, infatti, si rende necessario il riavvio del PC.
A proposito: chi ancora avesse una vecchia chiave parallela, può rivolgersi al proprio rivenditore di riferimento (ovviamente vale quanto segnalato a inizio articolo) per richiedere la sostituzione con l'equivalente, ma assai più pratica, USB.
Se siete coperti da un contratto di manutenzione, riceverete gratuitamente la chiave sostitutiva; se invece siete fuori manutenzione, potete comunque provare a richiedere la sostituzione…
Di solito gli amici di Esri Italia non fanno grossi problemi!

L’unico inconveniente è che, causa tempi tecnici, dovrete prevedere circa dieci giorni di “fermo”. Il problema è facilmente aggirabile programmando la sostituzione durante un periodo di ferie.
Tenete presente che ormai i PC e i notebook nascono senza porta parallela, quindi la sostituzione diverrà prima o poi un passaggio obbligato.
Come al solito spero di esservi stato utile.
Saluti e a presto!
PaoloGIS

mercoledì 17 giugno 2009

Sistemi di riferimento: un po' di teoria per non perdere l’orientamento.

Vi invito a leggere attentamente anche i commenti in coda a questo articolo: alcuni sono molto interessanti e ricchi di consigli ed informazioni tecniche.

Cari utenti ArcGIS,
ammetto che l’impostazione di questo articolo mi ha messo a durissima prova!
Ci eravamo lasciati con il post del 7 maggio scorso, nel quale avevo cercato di evidenziare un concetto tanto semplice quanto disatteso: in un sistema GIS, ogni strato informativo dovrebbe essere sempre associato al proprio sistema di riferimento (SR).
Una condizione necessaria per garantire la corretta georeferenziazione (georeferencing) dei dati aventi una componente spaziale.

Una considerazione, questa, che impone la soluzione di alcuni quesiti, due dei quali, in particolare, si rivelano di fondamentale importanza:
- quale sistema di riferimento si debba associare ai propri dati;
- come si possa effettuare l'associazione in ambiente ArcGIS.

In questo articolo mi sono posto però un obiettivo molto più ambizioso: mi piacerebbe infatti indicare come un “normale” utente GIS (quindi NON un esperto in geodesia, cartografia o topografia) possa affrontare correttamente le principali problematiche legate ai sistemi di riferimento.
In altri termini, più che la soluzione vorrei indicare il metodo.
Si tratta di un obiettivo ambizioso... in realtà, potremmo facilmente “ridimensionarlo” sostituendo l'espressione “affrontare correttamente” con “limitare i danni”...

Per entrare nel vivo di questo tema, ho scelto una maschera di ArcView che ritengo abbia messo a dura prova molti utenti, me compreso:



Per associare un SR ad un qualsiasi strato informativo (shapefile, feature class, raster, disegno cad, ecc.) esistono vari metodi, la gran parte dei quali prevede proprio l’accesso alla maschera Browse for Coordinate System.
E’ da qui che inizia la ricerca del sistema di riferimento di proprio interesse, un percorso ad ostacoli che richiede subito una scelta: Geographic Coordinates System oppure Projected Coordinates System?

Tradotto in italiano fa meno paura: in pratica, ArcView vi impone di scegliere tra sistemi di riferimento in coordinate geografiche (o ellissoidiche), oppure sistemi di riferimento in coordinate cartografiche (o piane).
Dopo questo primo passaggio il problema è tutt’altro che risolto: occorre infatti navigare tra una "selva" di sigle - alcune migliaia - ognuna delle quali identifica uno specifico sistema di riferimento.

Facciamo un esempio, scegliendo come obiettivo della nostra ricerca il sistema di riferimento “ufficiale” per la cartografia italiana.
Com’è noto, si tratta del sistema geodetico denominato Roma40, al quale è associato il sistema cartografico Gauss-Boaga (nota: per semplicità il tutto viene spesso abbreviato come Roma40 Gauss-Boaga o, più semplicemente, Gauss-Boaga).
Per individuare questo particolare SR fra quelli disponibili in ArcGIS, dovete innazitutto scegliere la “categoria” Projected Coordinates System e poi accedere alla directory National Grids. Una cartella che contiene alcune sotto directory e moltissimi SR, ognuno dei quali corrispondente ad uno specifico file .PRJ (projection).

In questa moltitudine di files PRJ troverete addirittura 6 possibili alternative adatte al nostro caso.
Tre di queste sono relative al fuso OVEST, ovvero
- Monte Mario Italy 1.prj (codice EPSG 3003);
- Monte Mario (Rome) Italy 1.prj (codice EPSG 26591);
- Roma 1940 Gauss Boaga Ovest.prj (codice EPSG 102093).
Le altre tre, che ovviamente corrispondono al fuso EST, sono
- Monte Mario Italy 2.prj (codice EPSG 3004);
- Monte Mario (Rome) Italy 2.prj (codice EPSG 26592);
- Roma 1940 Gauss Boaga Est.prj (codice EPSG 102094).

Premesso che vi spiegherò in un altro post il motivo di questa “abbondanza”, per ora mi accontento di aver risposto al quesito che avevo sollevato nel post del 7 maggio: Monte Mario o Gauss-Boaga?
E’ la stessa cosa! Avremo però modo di approfondire…
Intanto provate a trovare le differenze tra le 2 interfacce mostrate qui sotto, scoprirete che, ad eccezione del primo Name, tutto il resto coincide.



In questo post mi preme però evidenziare come il vero problema non sia “operativo”; in altri termini, non basta avere qualche “dritta” (vedi sopra) per gestire correttamente le problematiche legate ai sistemi di riferimento.
Il vero problema è invece concettuale e sono convinto che sia così per la stragrande maggioranza degli utenti GIS.
La mia esperienza professionale mi induce infatti a pensare che le principali difficoltà nella gestione dei sistemi di riferimento non vadano ricercate in ArcGIS, ma nella scarsa conoscenza di alcuni concetti di base.
Se così non fosse, non si spiegherebbero tutti quegli shapefile - una miriade - che "girano" senza alcun SR associato. Per non parlare delle difficoltà che la maggioranza degli utenti ArcGIS incontra nell’impostare una trasformazione fra due diversi sistemi geodetici...

Teoricamente, si tratterebbe di una considerazione più che ovvia, direi quasi scontata: per utilizzare proficuamente un qualsiasi strumento (in questo caso, una o più procedure inserite in software) occorre possedere una serie di competenze di base. In mancanza di queste, tutto diventa più difficile!
Spesso e volentieri imputiamo però le nostre difficoltà al software; a questo proposito, non avete idea di quante volte i nostri clienti richiedano supporto esordendo con frasi del tipo "ArcView NON fa questo...", "ArcView genera un errore...", "Quella procedura è spiegata male", ecc.
Vi posso però assicurare che nel 90% dei casi il problema è riconducibile all’utente e non allo “strumento”!

Sono quindi convinto che occorra un po’ di “teoria”.
Dopo aver acquisito alcune nozioni fondamentali, in particolare sui sistemi di riferimento in uso in Italia, le operazioni in ArcGIS risulteranno molto più semplici.
Ma come fare? E soprattutto, quanto è necessario approfondire l’argomento?
Non dimentichiamoci infatti che la gran parte degli utenti utilizzano ArcGIS come un qualsiasi strumento a supporto delle proprie attività, quindi NON sono - e non devono essere! - specialisti in geodesia, topografia o cartografia.

Come prima ipotesi di lavoro avevo pensato di riassumervi personalmente i principali concetti sui sistemi di riferimento, facendovi una sorta di elenco riassuntivo delle mie personali "regole di sopravvivenza".
Alcuni tentativi mi hanno però convinto che il risultato non poteva essere soddisfacente: troppo vasto l’argomento, troppo poco "specialista" in SR il sottoscritto.

Dopodichè avevo pensato di rifarmi alla guida in linea di ArcGIS Desktop, sicuramente il riferimento per eccellenza per ogni utente ArcGIS.
La guida, tuttavia, mostra un difetto purtroppo pesante: non mi riferisco tanto alla lingua inglese, quanto alla trattazione troppo legata alla realtà, alla logica e alla terminologia americana, un approccio cioè troppo “distante” dall'utente italiano…
Si noti comunque come la guida dedichi un intero libro ai sistemi di riferimento (Map projections and coordinate systems); in particolare, trovo molto interessante il capitolo Getting started whit map projections.
NON è qui però che troverete tutte le risposte alle vostre domande!

Come ovvia alternativa, ho cercato una “risorsa” italiana (un testo, un documento o un sito) da proporvi come riferimento. Anche in questo caso era comunque importante indicare qualcosa di veramente adatto all’utente “standard” di ArcView, un “soggetto” che ormai conosco piuttosto bene...

A questo punto ho finalmente individuato la strada corretta, mi serviva però un documento chiaro, “leggero” e al tempo stesso sufficientemente completo.
Una ricerca che ha iniziato a produrre risultati nel momento in cui mi è ricapitato fra le mani un interessantissimo articolo che potete leggere o scaricare dal sito dell'Associazione Italiana Topografi: Alcuni metodi per il passaggio dal sistema WGS84 ai sistemi geodetici locali di Renzo Maseroli e Stefano Nicolodi.
Questo documento mi era stato segnalato tempo fa dal Prof. Luigi Colombo, mio ex professore al Politecnico di Milano ed oggi docente di Topografia e Geomatica alla facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Bergamo (...nonchè uno dei primi sostenitori di questo blog!).

In particolare, ritengo "notevoli" i primi due paragrafi dell'articolo: a mio parere, rappresentano un mirabile esempio di chiarezza e di sintesi.
Precisato quindi che non si tratta di "farina del mio sacco", riporto qui sotto la parte iniziale del secondo paragrafo (Sistemi di riferimento in uso in Italia), che mi sembra davvero pertinente a questo post.

“In Italia convivono attualmente diversi sistemi di riferimento, a ognuno dei quali è associato un sistema piano che assegna ad ogni punto della superficie ellissoidica una coppia di coordinate cartesiane per mezzo di una corrispondenza biunivoca caratteristica della proiezione o della rappresentazione utilizzata. Come noto i sistemi piani, per i vantaggi di semplicità che offrono rispetto alla complessa geometria dell’ellissoide, sono spesso utilizzati, oltre che per scopi cartografici, per lo sviluppo dei calcoli geodetici e topografici; in alcuni casi, anzi, sono stati introdotti proprio per soddisfare quest’ultimo scopo, e solo successivamente adottati per la cartografia.
Il sistema geodetico ufficiale italiano è ancora quello introdotto nel primo dopoguerra e denominato ROMA40; a tale riferimento è associato il sistema piano GAUSS-BOAGA utilizzato per la realizzazione della fondamentale Carta d’Italia alla scala 1:25.000 e del suo multiplo 1:100.000, entrambe non più in produzione ma ancora in uso. Sul riferimento europeo ED50, tramite il sistema cartografico UTM, è ancora in corso di allestimento la nuova carta ufficiale italiana alla scala 1:50.000 ed i suoi sottomultipli 1:25.000, 1:10.000 e 1:5.000 (quest’ultimi prodotti dalle regioni). L’ED50 è utilizzato nella pratica solo a scopo cartografico ed è quindi di scarso interesse per la geodesia. Il Catasto italiano adotta invece un sistema geodetico costituito dall’ellissoide di BESSEL (1841) orientato a Genova e ad esso associa la rappresentazione piana CASSINI-SOLDNER. Infine il sistema geodetico mondiale WGS84, la cui realizzazione europea prende il nome di ETRS89 e quella italiana è costituita dalla rete geodetica IGM95, è stato recentemente introdotto in seguito all’affermarsi delle tecniche satellitari GPS. Anche al WGS84 è associato il sistema cartografico UTM, generalmente indicato come UTM(WGS84) per distinguerlo dall’equivalente sistema piano associato all’ED50.”


Qualche ora dopo ho finalmente individuato il documento “ideale”, un articolo che ritengo un vero e proprio “capolavoro” in quanto, in sole 9 pagine, sintetizza tutto ciò che serve ad un utente GIS "standard" per sopravvivere ai sistemi di riferimento.
Si tratta del manuale operativo del software CartLab3, più precisamente la seconda parte di questo breve documento (la prima, infatti, descrive l'interfaccia e l'utilizzo del software).

Il Dr. Renzo Maseroli ha collaborato al "progetto" CartLab, un software sviluppato per effettuare trasformazioni di coordinate tra i principali sistemi cartografici in uso in Italia, operando insieme all’Ing. Virgilio Cima e al Prof. Luciano Surace.
Vi basterà cliccare sui link che ho associato agli autori per accedere ai rispettivi curriculum professionali e per capire che possiamo considerare questo documento un riferimento "quasi" ufficiale: un elemento, questo, che conferisce un valore aggiunto non indifferente.
Una semplice ricerca su internet vi permetterà di reperire molte informazioni su CartLab3.
In particolare, accedendo al sito della rivista GeoMedia , avrete la possibilità di consultare online il manuale di cui vi sto parlando (vedi sotto).



In questo ed in altri siti potrete poi scaricare una versione "demo" di CartLab, un'opportunità che potrebbe risultare molto utile: ad esempio per valutare i risultati che si ottengono effettuando trasformazione di coordinate utilizzando i software ArcGIS, ArcView in particolare.

La seconda parte del documento (da pagina 8 in poi) si intitola appunto Descrizione dei principali sistemi di riferimento in uso oggi in Italia ed è organizzata in 4 paragrafi:
- superfici di riferimento e coordinate;
- definizione di sistema geodetico–cartografico;
- principali sistemi di riferimento in uso oggi in Italia;
- trasformazione di coordinate da un sistema ad un altro
.

Non sottovalutate quindi la mia segnalazione: si tratta di documento che NON deve assolutamente sfuggire a chiunque utilizzi un software GIS in Italia.
Ribadisco anzi il concetto: investite un’ora nella lettura attenta di queste 9 pagine, e vi assicuro che non ve ne pentirete!!!

Da segnalare, inoltre, come il manuale si apra con una premessa in perfetta sintonia con il mio post: “l’interfaccia del programma non presenta complessità particolari, ed il suo utilizzo dovrebbe risultare intuitivo, se è ben conosciuto da parte dell’utente il problema delle trasformazioni di coordinate fra i sistemi geodetici e le impostazioni concettuali necessarie per applicarle.”
Che poi il programma illustrato sia CartLab, poco importa: la stessa identica considerazione può essere estesa ad ArcView e a tutti i software GIS.
Ad essere sinceri, l'unica difficoltà in più è dovuta alla grande quantità di SR, quindi di possibili trasformazioni, gestite in ambiente ArcView . Non dimentichiamoci infatti che ArcView è il software GIS più diffuso al mondo, CartLab è invece un applicativo specifico per il territorio italiano.

A questo punto dovremmo essere pronti per affrontare - finalmente! - il problema “operativo”: come impostare sistemi di riferimento e trasformazioni di coordinate operando in ambiente ArcGIS.
In realtà, mi sembra che questo post sia già fin troppo lungo... e poi, sperando di avervi incuriosito, immagino che vogliate dedicare la prossima ora alla lettura del manuale operativo di CartLab, o sbaglio?

La "serie" continua quindi nei prossimi giorni.
Saluti,
PaoloGIS

PS: leggete anche i commenti qui sotto, alcuni sono veramente interessanti e ricchi di consigli ed informazioni tecniche.

mercoledì 3 giugno 2009

PaoloGIS premiato alla 12° conferenza italiana utenti ESRI

Cari utenti ArcGIS,

pubblico questo rapidissimo post per rendervi partecipi della sorpresa, molto molto gradita, che mi hanno riservato alla 12° conferenza nazionale utenti ESRI: il PREMIO SPECIALE 2009!

Non vi nascondo che già da alcune settimane sapevo che il blog sarebbe stato presentato come una delle nuove "risorse" italiane... Non mi aspettavo però un premio.


Per riassumere questo momento, per me davvero importante, ho scelto due foto.

La prima è uno scatto della premiazione "ufficiale", tenutasi venerdì 29 maggio: a consegnarmi l'ambito premio è niente di meno che l'Ing. Bruno Ratti, fondatore e attuale presidente di Esri Italia.




Nella seconda, potete invece vedere la slide presentata durante tutte le sessioni plenarie: PaoloGIS, assieme allo storico e più blasonato blog ESRIdipendente.it, viene menzionato come una delle risorse italiane degne di segnalazione.



Che dire?
Mi limito ad un doveroso ringraziamento a tutti gli amici di Esri Italia, ma anche, ovviamente, a tutti i lettori del blog (e ai sostenitori "pubblici" in primis).


Adesso viene però la parte più difficile: i premi infatti vanno meritati!

Perciò, scusandomi per questa parentesi auto-celebrativa, vi do appuntamento a breve per continuare la serie di articoli dedicata ai sistemi di riferimento.


Saluti,

PaoloGIS



AREA FORUM (vedi anche post del 10/1/2014)

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