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martedì 17 febbraio 2009

Caricare in ArcMap le immagini satellitari di Digital Globe

NOTA: purtroppo, come potete leggere nei commenti in coda all'articolo, il servizio di mappa esposto da Digital Globe spesso non risulta disponibile. 
Ultimamente poi (primavera 2010) la situazione è peggiorata: probabilmente hanno modificato qualche indirizzo/impostazione del servizio. Le indicazioni contenute nell'articolo potrebbero quindi risultare infruttuose...

Cari utenti ArcGIS,
in questo articolo voglio segnalarvi un'ulteriore risorsa per caricare in ArcMap immagini del territorio di ottima qualità, in questo caso attraverso un servizio web completamente gratuito che "pubblica" immagini riprese sia da aereo che da satellite.

Mi sto riferendo ad un servizio WebGis erogato dalla società americana Digital Globe (http://www.digitalglobe.com/), azienda leader indiscussa del settore e, non a caso, fornitrice delle immagini pubblicate su web da "colossi" quali Google, Microsoft e molti altri.
Per accertarvene di persona vi basterà accedere ai rispettivi servizi di mappa (http://maps.google.com/ o http://maps.live.it/?mkt=it-it??) e leggere i "marchi" e le indicazioni di copyright evidenziate solitamente nella parte inferiore del monitor .

Dopo una rapida verifica sul territorio italiano, ho riscontrato che la qualità e la data di acquisizione delle immagini variano da zona a zona, anche se bisogna riconoscere che per alcune aree sono semplicemente spettacolari, come ad esempio su buona parte del territorio lombardo (in pratica Milano e zona nord fino a Lecco e Como) e su molte città importanti (Roma e Genova, solo per fare qualche esempio) .
In questi casi, le immagini hanno una risoluzione geometrica pari a 30cm a terra (caratteristica che consente una visualizzazione "più che accettabile" anche in scala 1:1.000) e una data di acquisizione molto recente (in genere, estate 2008).

Purtroppo, come spesso avviene in questi casi, risulta assai difficile reperire quelle informazioni che garantirebbero un uso più "oculato" dei dati. Non si pretende certo un metadato completo, ma almeno le caratteristiche principali...
Devo però ammettere che non ho cercato più di tanto: mi sono infatti limitato ad accedere alla seguente pagina del sito di Digital Globe, ovvero al visualizzatore WebGis che "carica" proprio le immagini oggetto di questo articolo: http://imageatlas.digitalglobe.com/ia-webapp/ :



Si tratta di un classica applicazione che effettua ricerche per località e consente agli utenti di selezionare la zona di proprio interesse, per poi richiedere, ai prezzi esposti nella medesima pagina, l'immagine digitale oppure una stampa cartacea dell'area in questione.

Se provate ad effettuare alcuni zoom attraverso questo visualizzatore, potrete notare che sulla sinistra della mappa appare un elenco con le immagini disponibili per l'area visualizzata.Per ogni immagine della lista viene riportata la risoluzione geometrica e la data di acquisizione.
In realtà, il visualizzatore mostra a video solo una delle immagini in elenco, ovvero quella definita per default... che probabilmente è anche la più "bella".
Se cliccate ad esempio sul seguente link, http://imageatlas.digitalglobe.com/ia-webapp/?lat=45.5907&lon=9.254&zoom=18, potrete impostare la vista su una delle aree di Monza oggetto delle mie verifiche. Otterrete la videata illustrata nella seguente figura, che potete ingrandire facendo doppio click sull'immagine:



Quindi, in prima battuta, vi consiglio di adottare la stessa tecnica per conoscere risoluzione geometrica e data di aggiornamento dell'immagine di vostro interesse.

Ovviamente auspico che qualcuno degli amici che seguono il blog abbia il tempo per approfondire la ricerca e reperire maggiori informazioni. Personalmente sono molto interessato a sapere se le immagini con risoluzione 30cm siano state acquisite da aereo oppure da satellite.
In effetti, non mi sembra di aver letto che tra i satelliti utilizzati da Digital Globe ve ne sia uno con tali caratteristiche: sembra infatti che il sensore geometricamente più preciso abbia una risoluzione di 60cm.
Questo dato potrebbe quindi indurre a pensare che la ripresa sia stata effettuata da aereo.

Lasciando a qualche volenteroso il compito di approfondire l'argomento, vediamo nel dettaglio la procedura per caricare in ArcMap le immagini Digital Globe.
Come al solito, faccio presente che il sottoscritto utilizza ArcView, ArcEditor o ArcInfo in versione 9.3 e service pack 1. Chi possiede la mia stessa configurazione non dovrebbe quindi avere problemi a "replicare" quanto illustrato... ma non posso garantire per le versioni precedenti!

Vi anticipo che la procedura è semplicissima e concettualmente identica a quanto riportato nel precedente post relativo ai dati pubblicati dal PCN, il Portale Cartografico Italiano.
Si tratta quindi di effettuare, tramite ArcCatalog, una connessione ad un Server GIS, con la precisazione che, per il PCN, il servizio è di tipo "ArcIMS", mentre in questo caso si tratta di servizio "WMS" (Web Map Service).

Premesso che si tratta di due "standard" molto utilizzati per applicazioni WebGis, è utile precisare che il primo è uno standard "di fatto", divenuto tale grazie alla grandissima diffusione di ArcIMS (in pratica il software di riferimento per la pubblicazione di mappe su web), mentre il secondo è uno standard "giuridico", ovvero definito a livello internazionale da OGC (Open Geospatial Consortium - http://www.opengeospatial.org/ ), un'organizzazione nata appunto a tale scopo.

La procedura è ben riassunta nella seguente figura: basterà accedere ad ArcCatalog ed effettuare un doppio click sulla voce "Add WMS Server".
Apparirà una maschera in cui si richiede di specificare l'indirizzo del servizio (URL), inserite: http://wms.globexplorer.com/gexservlets/wms?



Agendo sul pulsante "Get Layers", potrete verificare subito l'effettiva visibilità del servizio, mentre cliccando su "OK" salverete il collegamento che si presenterà in ArcCatalog come "GlobeXplorer Map Server on wms.globexplorer.com".

Dopo questa operazione, provate a "esplodere" il collegamento: selezionando il livello "wms_world" e attivando la scheda "Preview", vi apparirà la schermata rappresentata nella seguente immagine:



... che è appunto identica a quella mostrata dal visualizzatore WebGis di Digital Globe.
Il servizio risulterà d'ora in poi disponibile in ArcCatalog. Per caricarlo in ArcMAP vi basterà trascinare il livello "wms_world".


L'utilizzo in ArcMap assieme ad altri layer richiede come al solito alcune considerazioni sui sistemi geodetici di riferimento (Datum).
Come si evince leggendo le informazioni associate al servizio Digital Globe, risulta che lo stesso è esposto in coordinate geografiche e fa riferimento al datum WGS84.
Per garantirne un corretto utilizzo in ArcMAP "assieme" ad altri layer, basterà seguire le stesse indicazioni illustrate per il caricamento dei dati del PCN.
Per semplicità, riassumo velocemente le operazioni da compiere, ma in caso di dubbio fate riferimento al precedente post!

Come primo passo, dovete verificare le proprietà del dataframe in cui intendete caricare le immagini Digital Globe.
Chi ad esempio opera sul territorio lombardo dovrebbe già avere il proprio dataframe impostato sul sistema di coordinate cartografiche Gauss Boaga fuso ovest (Datum Roma40), ovvero, secondo dicitura Esri, Monte Mario Italy 1.
In questo caso, caricando il servizio WMS, ArcMap mostrerà l'avvertimento "Geographic Coordinates Systems Warning" e chiederà all'utente di indicare quale metodo adottare per effettuare la trasformazione fra i due differenti sistemi geodetici di riferimento (Roma 40 <-> WGS84).
Dovrete quindi agire sul tasto "Transformations" e impostare i 3 parametri come mostrato nella seguente figura:





Non aspettatevi una perfetta coincidenza!!!Evito di spiegarvene le ragioni: di fatto si ottiene solo una buona "corrispondenza", nell'ordine di qualche metro in funzione delle zona di interesse. Tutto sommato, direi più che adatta per l'uso che si deve fare di questo dato!
Ad esempio, si rivela utilissimo per verificare come il territorio "cambi" a dispetto di una cartografia spesso "immobile": in tal senso l'esempio in figura è piuttosto indicativo!

L'utilizzo delle immagini esposte da Digital Globe ha due limiti, che tuttavia, a mio giudizio, sono pienamente accettabili:
- la presenza del watermark Digital Globe, elemento che comunque non compromette l'utilizzo "qualitativo" delle immagini per la lettura e la conoscenza del territorio;
- la visualizzazione un po’ lenta, perchè il dato non risiede fisicamente sul PC ma viene "reso disponibile" da un server esterno - presumibilmente negli Stati Uniti - e, di conseguenza, con il "collo di bottiglia" della connessione a internet.

Per completezza, riporto qui sotto l'abstract con il quale viene presentato il servizio WMS. Mi sembra evidente (vedi ultima riga) che le immagini pubblicate sono liberamente utilizzabili: si paga solo per avere una versione del servizio senza il "marchio" Digital Globe sovraimpresso.

Abstract: GlobeXplorer's Web Mapping Service (WMS) enables on-line access to the largest online library of aerial and satellite imagery in the world, delivering hi-res, geo-referenced images directly into your mapping project. GlobeXplorer eliminates the time, cost and hassle of locating an image,waiting for delivery, and managing large image files by delivering high-resolution imagery directly into your desktop. Our library isconstantly expanding with updated imagery and includes the entire continental United States as well as satellite and aerial imagery worldwide. Our service is ideal for government agencies, engineers, GIS professionals, environmental and property planners, scientific research, or any professional user of desktop mapping applications. For more information about GlobeXplorer, visit www.globexplorer.com. To purchase clear, unwatermarked access to our services, contact sales@globexplorer.com or call1-800-417-7808

Ho fatto infine una rapida comparazione con le immagini esposte in quattro siti molto famosi...Voglio però precisare che, come al solito, ho utilizzato come "area test" la zona di Monza e, in particolare, l'area intorno alla sede della nostra azienda: le mie considerazioni potrebbero quindi non risultare vere su altre zone!
Considerate poi che tutte le mie considerazioni fanno riferimento alla data di questo post.

Ecco i risultati:
- http://www.pcn.minambiente.it/ : risoluzione geometrica leggermente inferiore (50 cm); data di aggiornamento precedente (6 settembre 2007).
- http://maps.live.it/?mkt=it-it?? : risoluzione geometrica molto inferiore; data di aggiornamento sconosciuta, ma sicuramente precedente (2007?). Segnalo però la possibilità per questo sito di passare alla "vista aerea", una modalità attraverso la quale si accede a immagini molto belle e abbastanza aggiornate, che purtroppo non sono tuttavia utilizzabili come "sfondo" perchè "prospettiche";
- http://www.visual.paginegialle.it/ : risoluzione comparabile; data di aggiornamento sconosciuta, ma sicuramente precedente (2007?);
- http://maps.google.com/ : risoluzione geometrica inferiore; data di aggiornamento sconosciuta, ma sicuramente precedente (2007?);

Vi faccio notare che i servizi di mappa esposti nei primi 2 siti sono facilmente utilizzabili in ambiente ArcMap.

Nei prossimi giorni mi riprometto di rivedere quanto pubblicato in modo da migliorare contenuti e forma: in tal senso, spero mi siano d'aiuto i vostri commenti!

Nella speranza di esservi stato utile, vi invito a partecipare attivamente al blog!
Saluti,
PaoloGIS

venerdì 13 febbraio 2009

La ricerca indirizzi in ArcMap: facile, utile e gratuita!

Cari utenti ArcGIS,
questo articolo nasce per rispondere alle domande sollevate da alcuni miei clienti in merito alla possibilità di utilizzare ArcMap per localizzare indirizzi in mappa, cioè per effettuare operazioni di geocodifica (geocoding).
Premesso che invito tutti voi a veicolare attraverso il blog eventuali richieste, commenti, quesiti, osservazioni e quant'altro (quindi non siate timidi: iscrivetevi!), vediamo ora di affrontare insieme un argomento che da alcuni anni è ormai un "classico" del web e della navigazione stradale.

Innanzi tutto voglio precisare che attualmente in azienda utilizzo ArcView, ArcEditor o ArcInfo in versione 9.3 e service pack 1. Chi possiede la mia stessa configurazione non dovrebbe quindi avere problemi a "replicare" quanto illustrato. Non escludo invece che gli utenti delle versioni superate, in particolare 9.1 o precedenti, potrebbero riscontrare qualche differenza anche rilevante.

Per semplicità farò riferimento al caso mostrato nella seguente figura (fate doppio click sull'immagine per ingrandirla): come potete vedere, ho semplicemente caricato in ArcMap il layer delle mappe stradali accessibile come "ArcGIS online", argomento che ho sviluppato nel mio primo "post".



Tengo a precisare che il caricamento di questo particolare layer serve unicamente per ottenere uno "sfondo" ottimale attraverso il quale "validare" i risultati della geocodifica.
In altri termini, deve essere chiaro che la procedura che intendo illustrarvi è del tutto indipendente dal layer delle mappe stradali utilizzato in questo esempio.

Per avviare una ricerca per indirizzi è sufficiente cliccare sul tool "Find": lo troverete nella toolbar principale di ArcMap, associato all'icona "binocolo".
Vi apparirà quindi una maschera organizzata su quattro schede: quella di nostro interesse è denominata "Addresses".
Il passo successivo vi permette di selezionare il "motore di geocodifica" più adatto ai vostri scopi. Per ricerche sul territorio europeo scegliete, dal menu "Choose an address locator", la voce "European Address Finder Tele Atlas" (per una descrizione dettagliata fate riferimento al seguente link: http://help.arcwebservices.com/v2006/content/content_popup_info.do?name=ArcWeb%3ATA.Streets.EU&service=AddressFinder ).
Si tratta di uno dei tre locator "standard" disponibili in ArcGIS Desktop. In realtà, come vi illustrerò nella seconda parte dell'articolo, esiste la possibilità di caricare in ArcMap anche altri motori di geocodifica.
E' importante sottolineare che la ricerca può andare a buon fine solo se il vostro PC è collegato a internet: infatti sia il motore di geocodifica, sia i dati della rete stradale risiedono su un server ESRI. Il vostro ArcMap infatti provvede "solo" ad inviare al "Web Service" una "stringa indirizzo" e a localizzare il punto in funzione della risposta ottenuta, nella fattispecie una coppia di coordinate geografiche.

In teoria, a questo punto saremmo pronti per inserire l'indirizzo oggetto della ricerca. Per ottenere buoni risultati, occorre però "capire" le logiche che il motore di geocodifica utilizza per svolgere il proprio compito.
Posto che descriverò più avanti alcuni concetti "base" della geocodifica per indirizzi, vi dico sin d'ora che il metodo migliore consiste nell'effettuare alcuni tentativi su indirizzi ben conosciuti e quindi, per via empirica, intuire la "logica" utilizzata dal "locator".

Vi consiglio di iniziare le prove inserendo un indirizzo completo, con l'accortezza di scrivere il "nome via" esattamente come mostrato in mappa. Lanciate poi la ricerca e verificate la correttezza del risultato.
Nella parte inferiore della scheda verrà mostrato un elenco con gli indirizzi che il motore di geocodifica ha restituito in risposta ai dati inseriti.
Si noti che i risultati potrebbero anche essere più di uno, oppure, nel peggiore dei casi, nessuno!
Se però state seguendo il mio consiglio, molto probabilmente il risultato sarà uno solo... e sarà quello giusto!

Per localizzare in mappa il punto corrispondente all'indirizzo ricercato, sarà sufficiente cliccare con il tasto destro sul corrispondente rigo in elenco.
Verrà mostrato un menu con più voci: scegliendo "zoom", ArcMap provvederà a centrare la mappa sull'indirizzo.
Per "materializzare" l'indirizzo sarà sufficiente scegliere del menu appena descritto la voce "Add Graphic" o, meglio ancora, "Add Labeled Graphic": quest'ultima opzione infatti non solo aggiunge un punto al centro della mappa, ma vi associa anche la corrispondente etichetta.
Provate poi a modificare i dati inseriti riducendoli sempre più e verificando di volta in volta se il "locator" restituisce ancora lo stesso risultato.
Basteranno poche prove per intuire ad esempio che, nella ricerca di una via intitolata ad una persona, ad esempio "via Luciano Manara", il "nome" risulta molto più importante del "cognome", esattamente l'opposto della logica che solitamente utilizziamo nella pratica quotidiana (vedremo poi il motivo).

Nella seguente figura ho portato all'estremo il ragionamento di cui sopra. Come potete vedere, la ricerca va comunque a buon fine!



Vi accorgerete inoltre che, se non viene introdotto alcun numero civico, il motore di geocodifica restituisce l'indirizzo con civico "1", localizzando il punto ad inizio via.

Per creare poi una feature class o uno shapefile contenente tutti i punti-indirizzo di proprio interesse, è sufficiente cliccare con il tasto destro sul nome del dataframe e avviare la procedura "Converti grafici in shape". Si tratta però di una funzione "riservata" agli utenti della versione 9.3.
Chi volesse approfondire l'argomento "Geocoding" può farlo effettuando ricerche su internet, oppure accedendo alla guida in linea di ArcGis desktop che dedica un intero capitolo al tema.
In tal caso, vi consiglio però di utilizzare la guida web, sempre costantemente aggiornata da ESRI. Per accedere alla prima pagina del capitolo "Geocoding and address management", potete cliccare sul seguente link: http://webhelp.esri.com/arcgisdesktop/9.3/index.cfm?TopicName=An_overview_of_geocoding
Consultando la guida vi accorgerete che l'argomento è piuttosto vasto e, vista l'immediata applicabilità in molti ambiti, meriterebbe certamente un approfondimento.
Lasciando a voi questo compito, mi limito in questa sede ad alcune rapide considerazioni.
La prima è di carattere "concettuale" e mira a evidenziare i 2 "pilastri" sui quali si basa un'operazione di geocodifica:
- uno "stradario" sul quale poter effettuare la ricerca indirizzi; in termini più tecnici, si tratta di un geodabase formato da elementi lineari (archi di strada), ai quali sono associati una serie di attributi, come il nome della strada, il comune di appartenenza, la numerazione civica ecc.;
- un "motore di ricerca" che, per ogni indirizzo inserito dall'utente (input), trova il corrispondente nel geodatabase e ne restituisce la posizione geografica (output).

Ne deriva che qualsiasi motore, indipendentemente dalle proprie caratteristiche, può produrre buoni risultati solo laddove esiste un dato di qualità, ovvero uno stradario aggiornato e comprensivo di tutta la rete stradale.
Questa condizione è generalmente vera nelle aree urbanizzate più importanti, mentre lo è molto meno nelle aree più isolate dove la copertura si limita solo alle strade principali.
A parità di copertura, è ovvio invece che un motore basato su "regole" più efficienti, ovvero capace di analizzare meglio il database degli indirizzi e/o di farlo più velocemente, fornirà i risultati migliori.
Occorre precisare che gli indirizzi italiani mettono a dura prova qualsiasi motore di geocodifica, perchè prevedono una ampia varietà di tipologie e "declinazioni".
Negli esempi illustrati in questo blog avete notato come non sia indispensabile inserire esattamente un indirizzo: la ricerca è andata a buon fine anche omettendo alcune lettere.
Ciò dipende dall'elasticità del motore di geocodifica e in tal senso potete verificare di persona come una ricerca effettuata attraverso Google Maps ( http://maps.google.com/ ) sia molto più "elastica" di quella di ArcMap.
La capacità di un motore di fornire un risultato corretto, senza obbligare l'utente a scrivere esattamente l'indirizzo, è certamente una caratteristica molto importante.
Generalmente la geocodifica restituisce i risultati associandovi un "punteggio" che dovrebbe indicarne l'attendibilità.
Nell'esempio finora utilizzato non era prevista questa opzione; vi consiglio quindi di abilitare ArcMap all'utilizzo di un altro "locator" di cui trovate una descrizione dettagliata al seguente link:
Si tratta di una delle numerose "risorse libere" (Free tasks) che Esri mette a disposizione dei propri utenti e che richiede solamente una connessione internet per essere utilizzata. La procedura per attivare il locator è descritta nel seguente link http://resources.esri.com/help/9.3/arcgisonline/about/start.htm#free_tasks.htm##

Io vi consiglio questa "variante":
- accedere al menu "View", cliccare sulla voce "Toolbars" e attivare la barra "Geocoding";
- cliccare sul primo pulsante a sinistra e poi, nella maschera che vi apparirà, su "Add";
- fare doppio click su "ArcGis Server";
- fare doppio click su "Add ArcGis Server";
- cliccare su "Avanti";
- inserire nella casella "Server URL:" il seguente link: http://tasks.arcgisonline.com/arcgis/services ;
- cliccare su "Finish". La voce "arcgis on tasks.arcgisonline.com" verrà aggiunta a quelle già presenti;
- fare doppio click su questa voce e poi sulla cartella "locator";
- ancora doppio click su "TA_Address_EU" per aggiungere il locator alla maschera "Address locator Manager";
- chiudere la maschera agendo sul pulsante "close".

Per completezza troverete la procedura "riassunta" nelle tre seguenti figure:







Nell'ultima figura ho messo in evidenza la maschera che consente di agire sulle opzioni di questo motore di geocodifica modificandone il "comportamento".
A questo punto siete in grado di effettuare ricerche anche con questo "locator"; vi basterà selezionarlo dall'elenco a tendina per sostituirlo al precedente.
Come potete vedere nella seguente figura, i risultati sono più numerosi e ognuno risulta associato ad un punteggio... Lascio a voi ulteriori approfondimenti!



Qualche volenteroso potrebbe ad esempio effettuare una comparazione tra i due locator e condividere nel blog i suoi risultati... La mia impressione è che il locator TA_Address_EU sia più efficiente!

Inoltre, questo locator consente l'utilizzo di uno strumento alquanto utile: i più attenti avranno infatti notato che nella parte inferiore destra dell'immagine compare un indirizzo e un punto associato (quest'ultimo si vede poco ma c'è!).
Non si tratta però del risultato della geocodifica, ma del risultato esattamente "inverso" ottenuto grazie al pulsante "Address inspector", il secondo da sinistra nella toolbar "Geocoding".
E' uno strumento molto utile per permette di cliccare su un punto in mappa ed avere, mantenendo premuto il pulsante sinistro del mouse, il corrispondente indirizzo: esattamente l'operazione inversa rispetto alla geocodifica di un indirizzo.
Avrete anche notato che per questo esempio ho utilizzato come sfondo una cartografia tecnica; l'ho fatto di proposito, proprio per sottolineare che le operazioni di geocodifica (dirette o inverse che siano) non lavorano sui dati caricati in mappa o comunque archiviati sul PC, ma utilizzano, attraverso una connessione internet, funzioni e dati che risiedono "fisicamente" sui server ESRI (ArcGIS online).

E quei 2 punti in mappa?
Si tratta dello stesso indirizzo (via Luciano Manara 48 - Monza) restituito da ArcMap in 2 posizioni diverse. Un errore quindi?
...In realtà il punto rosso è stato localizzato senza impostare alcuna trasformazione tra il sistema geodetico di riferimento (Datum) utilizzato dal servizio di geocodifica (WGS84) e quello impostato per il dataframe utilizzato nel mio esempio (Roma40 o, secondo dicitura Esri, Monte Mario). Il punto verde beneficia invece di questa impostazione ed infatti è quello più corretto.
La differenza? in questo caso circa 80m in linea d'aria.

Attendo commenti!
Saluti,
PaoloGis

venerdì 6 febbraio 2009

Caricare in ArcMap i dati del Portale Cartografico Nazionale (PCN)... e di altri servizi WebGIS

Revisioni e note:
- 1-10-2015: su indicazione di un lettore, ho inserito nel post (previa verifica di funzionamento su postazione ArcMap 10.3.1) il nuovo URL per collegarsi ai servizi di mappa ArcGIS: http://www.pcn.minambiente.it/arcgis/rest/services

- 24-4-2012: nel marzo scorso il PCN ha modificato qualche impostazione dei servizi ArcGIS Server e da allora NON si riescono più a caricare in maniera "massiva", impostando cioè il collegamento illustrato nella nota qui sotto. Abbiamo segnalato il problema al PCN, ma la soluzione sembra più difficile del previsto... In attesa di buone novelle, dobbiamo quindi ripiegare sui pari servizi WMS, poco male!

- 20-05-2011: settimana scorsa il PCN ha ristrutturato il proprio sito e ha sostituito i "vecchi" servizi ArcIMS con analoghi servizi erogati tramite piattaforma ArcGIS Server (AGS).
Ne deriva che i primi NON sono più disponibili e in tal senso alcuni passaggi del seguente articolo possono dirsi "superati" (ma non tutti!).
Il collegamento ai servizi  AGS è molto semplice: basta impostare una nuova connessione in ArcCatalog agendo sulla voce "Gis Server" e poi su "Add ArcGIS Server".
Nella prima maschera che appare selezionate l'opzione "Use GIS Services", in quella successiva attivate il flag "Internet" e inserite la seguente "Server URL": http://www.pcn.minambiente.it/arcgis/services
Cliccando su "Finish" memorizzerete per sempre la connessione...
Ovviamente continuano ad essere disponibili i pari servizi WMS, che però richiedono di impostare una connessione per ogni singolo servizio... sai che barba!!!
Per maggori dettagli vi rimando però alla guida - molto dettagliata -  che lo stesso PCN pubblica al seguente link: http://www.pcn.minambiente.it/GN/guide/Guida_GN_ArcGIS.pdf  La guida fa riferimento alla versione 9.3, ma le stesse impostazioni valgono anche per la 9.3.1 e per la 10.



Cari utenti ArcGIS,
attivo questo blog per segnalarvi un'altra risorsa "dati" completamente gratuita e molto interessante.
Molti di voi conoscono certamente il Portale Cartografico Nazionale (PCN) accessibile dal seguente link http://www.pcn.minambiente.it/PCN/index.html .

Non tutti sanno però che i dati pubblicati sono anche utilizzabili direttamente in ambiente ArcMap.

Premetto che in azienda utilizzo attualmente ArcView, ArcEditor o ArcInfo in versione 9.3 e service pack 1.Chi possiede la mia stessa configurazione non dovrebbe avere problemi a "replicare" quanto sotto.
Non escludo invece che gli utenti delle versioni superate, in particolare 9.1 o precedenti, potrebbere riscontrare differenze, anche rilevanti, rispetto a quanto descritto.
Diciamo innanzitutto che dalla home page del PCN è possibile visualizzare, cliccando sulla voce "accesso libero", l'elenco di tutti gli strati informativi disponibili per essere consultati.

Da qui si può accedere ai relativi metadati cliccando su "Dettagli metadato" (nota: alcuni sono piuttosto "minimali" anche nella versione completa...) e, ovviamente, alla visualizzazione delle "mappe" cliccando sulla voce "Disegna mappa".

Figura 1

Le mappe sono accessibili attraverso il visualizzatore WebGis illustrato in figura 1 (doppio click per ingrandire l'immagine) che per nostra fortuna utilizza, come la stragrande maggioranza di queste applicazioni, il motore ArcIMS... un software, manco a dirlo, appartenente alla famiglia ArcGIS.

Da qui a caricare le mappe direttamente in ArcMap il passo è breve!
Infatti, come rappresentato in figura 2, è sufficiente accedere ad ArcCatalog e, nel "catalogo" di sinistra, individuare la voce "GIS Servers" (nel caso non fosse disponibile occorre accedere al menu "Tools" e cliccare sulla voce "Options", quindi entrare nella scheda "General" e, nell'elenco superiore, apporre un flag in corrispondenza della voce "GIS Servers").
Selezionando "GIS Servers" appariranno sulla destra (ammesso che sia attiva la scheda "Contents") una serie di voci tra le quali "Add ArcIMS Server".


Figura 2

A questo punto (vedi figura 3) è sufficiente un doppio click per visualizzare una maschera in cui si richiede di specificare l'indirizzo del servizio WebGIS (URL of server) ovvero, nel caso specifico, http://www.pcn.minambiente.it/arcgis/rest/services


Figura 3

Dopo questa operazione, agendo sul tasto "Get list", potrete già visualizzare la lista degli strati informativi disponibili.
Dopo aver inserito il flag nella casella All Services, potrete cliccare sul tasto "OK" per terminare la procedura.
In questo modo  il collegamento al PCN risulterà impostato e, d'ora innanzi, apparirà sempre nel catalogo consentendo l'accesso a numerosi strati informativi (in figura 4 ad esempio viene mostrata l'anteprima dello strato "default" rappresentativo del nostro bel paese).


Figura 4

In figura 5 viene invece mostrato lo stesso layer visualizzato però ad una scala maggiore e con evidenziati gli attributi associati al comune di Monza.


Figura 5

Ovviamente "il bello" sta nel caricare tutti questi strati in ArcMap, nell'ottica cioè di poterli sovrapporre ed analizzare assieme ai propri dati.
In questo caso occorre però gestire in maniera appropriata eventuali trasformazioni tra differenti sistemi di riferimento (SR), argomento sempre più di attualità ma spesso fonte di numerosi problemi per gli utenti meno esperti.

Come è facile comprendere del nome dei vari layer, ogni strato del PCN viene reso disponibile in 3 diversi sistemi di coordinate sebbene tutti relazionati al sistema geodetico di riferimento WGS84:

- sistema di coordinate geografiche;
- sistema di coordinate cartografiche in proiezione UTM - fuso 32N;
- sistema di coordinate cartografiche in proiezione UTM - fuso 33N.

Per coloro che già operano in uno di questi sistemi non vi sono problemi particolari a patto, ovviamente, di scegliere lo strato corrispondente al sistema normalmente utilizzato in ArcMap.

A chi invece utilizza un differente sistema di riferimento (ad esempio per chi come me lavora principalmente sul territorio lombardo) suggerisco di caricare lo strato in coordinate geografiche utilizzando la stessa identica procedura che ho illustrato nel mio precedente post sulle "mappe stradali".

Se applicata correttamente la procedura permette di ottenere il risultato mostrato in figura 6 dove una tipica cartografia aerofotogrammetrica comunale (rappresentata in rosso), realizzata nel sistema di coordinate cartografiche Gauss-Boaga fuso ovest (Datum Roma 40) , viene sovrapposta alle ortofoto del PCN...
...il tutto con un'approssimazione più che valida.... e comunque ulteriormente migliorabile realizzando una trasformazione "ad hoc" attraverso gli strumenti disponibili in ArcMap (argomento che magari affronterò in un prossimo articolo).


Figura 6

Prima di iniziare a "giocare", è vivamente consigliata la lettura delle pagine introduttive del PCN e, ovviamente, dei metadati: solo in questo modo potrete conoscere le caratteristiche dei dati e capire come utilizzarli correttamente.

Come già anticipato, non sempre i metadati sono così completi come ci si aspetterebbe.
Nel caso ad esempio dello strato denominato "ortofoto a colori 2006" (vedi figura 5) si apprende, ma solo leggendo quanto riportato nella pagina "ultime novità" del sito, che l'acquisizione dei fotogrammi è stata completata nel 2007: ne deriva che alcune ortofoto sono più recenti di altre.
Per sapere con esattezza in quale data sono stati acquisiti i singoli fotogrammi è però sufficiente caricare in ArcMap anche il layer "date_ortofoto_colore_2006". .. scoprirete anche che alcune foto nel sud italia risalgono al 2005.

Tenete anche presente che il PCN non è l'unico servizio WebGIS accessibile con la procedura qui illustrata!
Provate ad esempio a caricare in ArcMap i dati pubblicati dal geoportale della regione Lombardia: basterà aggiungere un nuovo servizio ArcIMS inserendo come URL of Server l'indirizzo http://www.cartografia.regione.lombardia.it

La regione Lombardia si è dimostrata addirittura più "lungimirante" e "generosa" del PCN: infatti i dati possono essere scaricati anche "fisicamente" sul proprio PC (vedi sezione Download Dati del geoportale).

Ai lettori interessati da questo argomento, proporrei di verificare quanti altri enti pubblici hanno attivato servizi analoghi a quelli del PCN e della regione Lombardia.
Vi invito anzi a lasciare traccia delle vostre verifiche: un commento per segnalare gli enti chi rendono accessibili via web, ovvero di dominio pubblico, mappe e dati realizzati con le tasse dei cittadini!

Saluti e buon divertimento.
PaoloGIS

mercoledì 4 febbraio 2009

Mappe stradali gratuite grazie ai servizi "ArcGIS online"

Attenzione: questo articolo fa riferimento alla versione 9.3 di ArcGIS.
Con il rilascio della versione 9.3.1, il collegamento ai servizi ArcGis Online è ancora più immediato. E' sufficiente cliccare sul menu File di ArcMap e poi sulla voce Add data from ArcGIS Online...
Vi ritroverete in una pagina del portale Resource Centers in cui appariranno molte icone rappresentative dei layers disponibili, cliccate su uno di questi (ad esempio World Street Map) e poi, nella maschera successiva, su Apri . Dopo qualche secondo il layer verrà visualizzato in ArcMap.


Cari utenti ArcGIS,
inauguro questo blog segnalandovi una risorsa "dati" completamente gratuita e molto interessante.

Mi sto riferendo ad un layer rappresentativo delle mappe stradali sul modello di "tutto città" (vedi Figura 1 - doppio click per ingrandire l'immagine) reso disponibile direttamente da Esri America come servizio "ArcGIS Online".

Figura 1

Premetto che il sottoscritto utilizza attualmente ArcView, ArcEditor o ArcInfo in versione 9.3 e service pack 1.
Chi possiede la mia stessa configurazione non dovrebbe avere problemi a "replicare" quanto sotto.
Non escludo invece che gli utenti delle versioni superate, in particolare 9.1 o precedenti, potrebbere riscontrare differenze, anche rilevanti, rispetto a quanto descritto.

Per consentire la visualizzazione in ArcMap, Esri ha predisposto un layer scaricabile dalla seguente pagina http://resources.esri.com/arcgisonlineservices/index.cfm?fa=content_detail&contentID=C3D3A7D6-1422-2413-190ED12295F6FA3F
ovvero cliccando sulla voce "ArcMap" nel rigo "View Service In:"
(per scaricare direttamente il layer clicca sul seguente link Download lyr file )

Per una prima visualizzazione del layer è sufficiente trasferirlo sul proprio PC e aprirlo con ArcCatalog o ArcMAP.

Per visualizzare il layer assieme ad altri dati occorre considerare che i servizi ArcGIS Online 2D sono pubblicati utilizzando un sistema di coordinate geografiche nel sistema geodetico di riferimento WGS84.
Questa informazione era corretta alla data di prima pubblicazione del post, in realtà, a fine 2009, ESRI ha deciso di pubblicare i servizi di mappa secondo lo standard dettato da Google Earth e Bing, utilizzando quindi il sistema di coordinate piane denominato Web Mercator Auxiliary Sphere . Una scelta che NON comporta però alcuna modifica rispetto a quanto di seguito illustrato: infatti il sistema geodetico di riferimento è ancora il WGS84.
Per maggiorni dettagli su questo argomento, fate riferimento al seguente link: http://blogs.esri.com/Dev/blogs/arcgisserver/archive/2009/11/20/ArcGIS-Online-moving-to-Google-_2F00_-Bing-tiling-scheme_3A00_-What-does-this-mean-for-you_3F00_.aspx

Tenete presente che la maggior parte degli utenti italiani utilizza layer associati a datum (sinonimo di sistema geodetico di riferimento) diversi dal WGS84, mi riferisco in particolare ai datum storicamente adottati nel nostro paese: Roma40 e ED50 (European Datum 1950).
Inoltre quasi tutti gli utenti operano non in coordinate geografiche (latitudine e longitudine) ma in coordinate piane (ovvero cartografiche): EST e NORD.
Ne deriva che per ottimizzare l'allineamento fra layer associati a datum diversi, occorre impostare la trasformazione più adatta al caso in studio.

Come primo passo dovrete verificare in ArcMap le proprietà del dataframe in cui intendete caricare le mappe stradali.
Chi ad esempio opera sul territorio lombardo "dovrebbe" già avere il proprio dataframe impostato (vedi scheda "Coordinate System") sul sistema di coordinate cartografico Gauss Boaga fuso ovest (Datum Roma 40), altrimenti detto, secondo dicitura Esri, Monte Mario Italy 1 (vedi Figura 2).
In questo caso, caricando il layer delle mappe stradali, ArcView mostrerà l'avvertimento "Geographic Coordinates Systems Warning" (vedi Figura 3) chiedendo all'utente di indicare il metodo da adottare per effettuare la trasformazione fra i 2 sistemi geodetici di riferimento (Roma 40 <-> WGS84).
La trasformazione fra i 2 diversi datum si rende infatti necessaria per ottimizzare l'allineamento fra i 2 layer ovvero, in altri termini, per migliorare l'accuratezza della sovrapposizione. Si tenga anche presente che esistono diversi metodi per effettuare l'operazione: l'utente può scegliere se adottarne uno "standard", ovvero già disponibile in ArcGIS, piuttosto che definirne uno nuovo.

Figura 2

Figura 3

Dovrete quindi agire sul tasto "Transformations" e impostare i 3 parametri richiesti esattamente come indicato nella Figura 3...
...cliccando su "OK" e quindi su "close" avrete il risultato mostrato in Figura 4.


Figura 4

Attenzione: non aspettatevi una perfetta coincidenza!!!

...per ora evito di spiegarvi le ragioni, di fatto si ottiene solo una buona "corrispondenza", nell'ordine di qualche metro in funzione delle zona di interesse... direi più che adatta per l'utilizzo che si deve fare di questo dato!

Ribadisco che la trasformazione tra sistemi geodetici di riferimento è del tutto inutile nel caso vogliate visualizzare la mappa stradale "da sola"...

Tenete anche presente che l'utilizzo di questo dato ha 2 aspetti "negativi", ovvero:
- il "dettaglio massimo" è disponibile solo sulle aree ritenute più "importanti" (Monza ad esempio) mentre sulle restanti zone bisogna accontentarsi di un dettaglio leggermente minore (in pratica il layer non viene più visualizzato quando si impostano scale superiori a 1:7.500);
- la visualizzazione risulta un po' lenta in quanto il dato non risiede fisicamente sul PC ma viene "reso disponibile" da un server esterno.

Faccio anche notare che i servizi ArcGIS online prevedono altri dati "free" a completa disposizione degli utenti ArcGIS (ArcView ma non solo...), a tale scopo vi consiglio di visitare il sito http://resources.esri.com/arcgisonlineservices/ per verificare se vi sono altre risorse di vostro interesse.

Alcuni servizi ArcGIS online sono invece a pagamento, ad esempio esiste la possibilità di caricare in ArcMAP gli stessi dati visualizzati da Virtual Earth di Microsoft...
...attendo commenti...
Saluti e buon lavoro!
PaoloGIS

AREA FORUM (vedi anche post del 10/1/2014)

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